“Nell’ottica di una spending review necessaria e doverosa, ed accogliendo le sempre più frequenti sollecitazioni ad interpretare un umore ormai diffuso e consapevole mi faccio promotore e rappresentante di un intervento finalizzato alla valorizzazione del nostro territorio attraverso una riduzione strutturale delle spese ed una maggiore efficienza nei servizi – scrive in una nota il sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani. Il piano di attuazione prevede la gestione associata di funzioni e servizi importanti tramite le Unioni di Comuni. La fusione dei Comuni è un atto di grande coraggio e di responsabilità nei confronti dei cittadini in quanto consente di abbattere i costi della macchina politica e amministrativa, liberando risorse a vantaggio dei cittadini, con una minore pressione fiscale ed una maggiore efficienza nella gestione delle risorse umane e dei servizi offerti alla popolazione; e soprattutto la non trascurabile possibilità di potersi svincolare dal patto di stabilità che paralizza le amministrazioni bloccandone le attività.
Ne conseguirebbe la drastica riduzione dei costi degli organismi rappresentativi (sindaci, assessori e consiglieri ) e l’accesso ai finanziamenti certi, garantiti al nuovo Comune Unico per diversi anni, sia da parte dello Stato che dalla Regione, finalizzati in incentivi concreti mirati al miglioramento e alla valorizzazione dell’intero territorio favorendone tutte le possibilità di sviluppo. Io, conclude il Sindaco Roberto Siciliani, sono tenacemente convinto che per noi cirotani il momento sia propizio e quando dico “noi” intendo tutti i cirotani, sia quelli di collina che quelli di marina. Io stesso appartengo a Cirò come appartengo a Cirò Marina, alla fin fine siamo tutti figli della stessa madre, nutriti dallo stesso grembo, quello del nostro territorio, un territorio unico e meraviglioso che aspetta solo di essere valorizzato e potremo farlo mettendo in campo tutto il nostro inestimabile capitale comune storico, culturale, paesaggistico, turistico, ambientale, agricolo, ed enogastronomico dando cosi’ nuova linfa e nuovo slancio ad un unico grande Comune Unificato”.
Nel romanzo dostoevskiano il principe Lev Nikolaevič Myškin è colui che sovverte le tradizionali contrapposizioni tra Bene e Male, tra Amore e Odio e afferma una sua nuova Legge: quella della compassione e dell’accettazione del prossimo. Myškin, nell’epilogo del libro definito da Thomas Mann «il romanzo dell’anima», è il personaggio del non vero, di colui che cazzeggia. Le levate di scudo contro la parola compagno, sollevate ad arte(?) dall’avv. Mario Caruso e dal Dr. Mimmo Facente e da annessioni poco “relative”, al pari del bailamme – comprensibilissimo, accettabile (per i pacati contenuti tecnico-politici messi in nuce da chi il problema ha veramente a cuore), ma poco veritiero – costruito sulla unione o fusione dei due comuni, a distanza di oltre un secolo affermano l’attualità (e la mission) del best seller di Fëdor Michajlovic Dostoevskij, quando infine conclama la necessità del confronto, per cui la tesi non può essere il risultato del soliloquio di “uno, nessuno e centomila” o “di un magistrato”, non di un monologo ma è “ summa”, è dialogo. Dice e scrive bene Indipendentemente e ricorda bene pure l’avv. Franco Marino.
Unire l’ Italia fu uno sbaglio, dividere Cirò fu uno sbaglio, unire il sindaco Siciliani e il PD penso sia improbabile, detto questo si dovrebbe tener presente che i cittadini devono essere presi in considerazione e interpellati non interpretati.
Leggo solo adesso sul Cirotano un commento veramente fuori luogo, a firma del segretario del Circolo del Pd, Domenico Facente, il quale scrive: “ad onor del vero il sindaco Siciliani non ha mai fatto richiesta di aderire al Pd. Sa bene che motivi politici e statutari lo impedirebbero”. Gli rispondo, facendogli presente che, se ci sta lui e i suoi compari, che hanno causato il dissesto finanziario del Comune, uno dei più indebitati d’Italia, in questo Pd… ci possono stare solo lui per l’appunto e i suoi compagni in senso lato. Hanno prodotto tanti di quei danni alla nostra comunità che farebbero bene ad abbandonare i toni da maestrini-perfettini-irreprensibili. Per fortuna molti giovani adesso lo guardano dall’alto. L’unico movimento che abbiamo notato è quello tessere. Gli auguro comunque con tutto il cuore di continuare a sognare come se nulla fosse. Sogni d’oro.
Ci fa’ piacere che “Il Cirotano”, strumento sempre piu’ apprezzato, stia ospitando un dibattito pubblico sull’Unione dei Comuni, tema sul quale insistiamo da anni, assolutamente convinti della bonta’ di quella forma di Unione che prevede la gestione associata dei servizi e non anche la “fusione” dei singoli Comuni. Meno interessate, invece, si sono rivelate le Amministrazioni dei Comuni coinvolti. Nessuna di esse, di fatto, ha ritenuto di dover rispondere al nostro invito concernente l’organizzazione di un Workshop sull’Unione dei Comuni finalizzato a far conoscere ai cittadini le prerogative di questo nuovo ente locale previsto dal decreto sulla spending review. Si spera che i partiti, quelli strutturati in seno ai Consigli comunali coinvolti , riprendano la loro funzione piu’ nobile ed originaria e si facciano promotori di una proposta istituzionale che riguardi l’Unione nell’accezione appena intesa. Forse cosi’ si eviterebbero soliloqui e solipsismi.
Sì alla fusione dei servizi? No (o sì) alla fusione dei due comuni? Ma il debito si fonde e ricade sulla capa di tutti oppure no?
Vorrei fare alcune considerazioni , per non ingenerare equivoci ,sul contenuto di questa discussione su una eventuale unione dei comuni di Ciro’ e Ciro’ marina .
Io credo che si parta gia’ da due macroscopiche distorsioni della realta’ .
1 . non capisco perche’ questo debba essere , come dice Siciliani , il momento piu’ opportuno : abbiamo il comune di Ciro’ sciolto per presunte infiltrazioni mafiose ( per inciso mi auguro che il sindaco Caruso , come credo stia gia’ facendo , tuteli l’onorabilita’ di Ciro’ in tutte le sedi . La vicenda dell’amico e compagno Natalino ha dimostrato a tutti come , senza commettere alcun reato , si possa finire nel tritacarne dei mass media ) . Quello di Ciro’ Marina e’ in stato di difficolta’ finanziarie. Chi aiuterebbe chi ? Un ‘unione dei comuni poi presupporrebbe la piu’ ampia partecipazione sia dei cittadini che dei rappresentanti istituzionali , in primis consiglieri comunali democraticamente eletti . Fa bene il Sindaco Caruso a stigmatizzare una dichiarazione quantomeno inopportuna .
2 . Si fa appello alla comune radice “ cirotana “ , dimenticando o facendo finta di dimenticare che Ciro’ Marina e’ multi radicolare , con cittadini che provengono da tanti paesi vicini e che negli anni hanno , col loro lavoro , fatto progredire la nostra cittadina . Come li vorremmo classificare , cittadini “ stranieri “ ?
Iniziare una discussione cosi’ seria con due palesi distorsioni rende difficile affrontare nel merito la questione.
L’unione dei comuni ( ed io mi riferirei a tutta l’area , cosi’ come ben suggerisce il sindaco caruso ) , ciro’ , ciro’ marina , melissa , crucoli , pur mantendo forme di autonomia amministrativa , potrebbe rappresentare una svolta nella gestione dei servizi pubblici essenziali . Le esperienze di altri territorii del sud e del nord del paese ,che gia’ da anni dalla lombardia alla puglia sono realta’, sono contraddittorie . In alcuni casi hanno portato efficienza , in altre realta’ ( vedi in puglia ) hanno aumentato le conflittualita’ locali.
E’ sicuramente un argomento da approfondire ma senza slanci demagogici e strumentali .
Credo poi di dover chiarire al Sindaco Caruso , che potrebbe essere stato indotto in errore dal prof Ruggero nel chiamare compagno il Sindaco Siciliani . Ad onor del vero il sindaco Siciliani non ha mai fatto richiesta di aderire al Pd . Sa bene che motivi politici e statutari lo impedirebbero . Ogni tanto qualcuno ha slanci poetici frutto delle molte ore levate a morfeo .
Il Pd ha celebrato il suo congresso provinciale , con le fatiche e le contraddizioni che fanno parte di un percorso congressuale. Adesso speriamo di offrire al territorio un partito che non si guarda addosso ma che cominci a ridiscutere sui problemi (e sono tanti ) della nostra collettivita’ e di offrire soluzioni a piaghe ormai endemiche del sud e del crotonese in particolare .
Domenico Facente
Segretario circolo Pd di Ciro’ Marina
Condivido, compagno Roberto: la fusione dei Comuni è un atto di grande coraggio e di responsabilità nei confronti del futuro e della Buona Politica, intesa come servizio per il Bene comune. Ero, e sono ancor più convinto, che ora i tempi sono maturi. Vai avanti, amico Roberto. E al mio PD – che risulta tra i pochi partiti strutturati del territorio e che oggi domenica 10 novembre 2013, dopo anni di confusioni e protagonismi inconcludenti, si è finalmente consegnato alla Politica con la nomina a segretario del giovane Arturo Pantisano e a vice segretario di Giuseppe Dell’Aquila – una proposta : perché i segretari dei due circoli del PD, ora che il vento soffia, non pensano ad organizzare un Circolo (sezione) unico per i due centri? Perché non si muovono nella direzione di una effettiva “fusione”, mettendosi in gioco proprio come politica?E’ un segnale di grande responsabilità, che vuole costruire, senza indulgere e indugiare nel mare delle chiacchiere!!
Caro Roberto, apprendo da Luigi Ruggiero la tua nomina a compagno di partito, il che mi fa molto piacere. Ho letto sulla stampa e sul cirotano della tua brillante idea di sponsorizzare la fusione tra i due comuni Ciro- Cirò Marina, un atto indubbiamente coraggioso, poiché nella tua dichiarazione si legge il rimpianto di quanto accaduto nel lontano 1956, quando pochi concittadini della frazione Marina di Cirò decisero di staccare la spina con un referendum a dir poco “bulgaro” con il solo fine di creare una nuova fetta di latifondismo a discapito degli ignari Marinoti.
Da quell’atto scellerato che ha lasciato rimpianti e disdegni, sono passati molti anni e mentre territori della sibaritide sono ampiamente cresciuti culturalmente, socialmente ed economicamente, il territorio di Cirò è rimasto spezzato tra miti e illusioni con due comunità che a vicenda si fanno concorrenza nonostante fuori e dentro regione sono conosciuti come comunità unita.
Abbiamo assistito inerti in questi anni a reciproche sottrazioni e siamo stati lenti a capire che senza una identità storica lo sviluppo commerciale si affievolisce e che senza una coordinata espansione urbanistica il territorio si deprezza, al punto tale, di trasformare la città in un quartiere cadente e avvilito.
Certo è vero, si può sempre rimediare, ma i modi e i tempi del rimedio mi lasciano alquanto perplesso se non rammaricato, poiché la politica “marinota” reitera l’idea di fusione nei momenti di debolezza della politica di Cirò alta e, precisamente, quando il consiglio comunale di Cirò viene sciolto per presunto condizionamento. Accade nel 2001 e si ripete nel 2013 a distanza di dodici lunghi anni, utilizzando la stessa frase “ i tempi sono maturi”.
Credo che in sintonia con il nuovo PSA ( piano di sviluppo associato ) che sostituisce il vecchio e inerte piano regolatore comunale, voluto fortemente da me dall’ex sindaco Parrilla e dal sindaco di Melissa Murgi, il nuovo territorio è ben delineato basterebbe che Cirò Marina terminasse la querelle della sua approvazione.
Del resto, sarebbe sufficiente aderire all’unione territoriale già esistente tra i Comuni di Cirò, Crucoli e Melissa, per favorire la mescolanza delle due comunità.
I momenti propizi in politica, come ben sai, possono mutare, specie quando sono stati forzati.
Pertanto, caro amico Roberto, in attesa, continua con buon senso, a raggiungere il giusto obiettivo, compiendo quei piccoli passi come sopra annunciati, evitando che il tempo possa accoppiare la tua proposta al Renzianismo perfetto, dove si dice tutto e niente.
Con Affetto,
Avv. Mario Caruso ex Sindaco di Cirò
Si alla fusione dei servizi no alla fusione dei comuni.
Giuseppe
Non si potrebbe cominciare col sondare gli umori degli abitanti dei due comuni e – se si vuole – dei cirotani in giro per il mondo, magari attraverso il medesimo ‘Cirotano’? (Mi rivolgo, ovviamente, alla Redazione fidando nella sua disponbilità). Grazie,
Cataldo Antonio Amoruso.
I tempi non sono maturi a un unione di comune fra Cirò e Ciro marina. Il comune di cirò marina a un dissesto finanziario di oltre 30 milioni di euro,che non può addebitare anche ai cittadini di Cirò. In futuro si potrebbe parlare di un unione di servizi che convolgerebbe tutti i comuni limitrofi a Cirò ,Crucoli , melissa,cirò marina ,umbriatico,carfizzi,pallagorio.
Caro sindaco ed amico Roberto,
sono da sempre un sostenitore dell’unione dei due paesi. Prosegui non sei solo.
Non è proprio così, gentile Sindaco Siciliani, e il relativismo propositivo dettato da sollecitanti umori, umorali, diffusi da chi non si sa, a parte le esigenze aleatoriamente economiche, non le asseconderei, né avallerei. Dissento dal suo proposito, integralmente. Una federazione si, nel rispetto delle autonomie e, in tutti i casi, piuttosto che in questa direzione concentrerei pensiero e attività politica sull’operatività concreta per lo sviluppo del territorio. Il palliativo dell’Unione non determina verità di costrutto, né per sviluppo, né per incremento imprenditoriale. Ricevere possibili agevolazioni, o abbattimenti costi, che manterrebbero comunque locali sistemi di rappresentanza, rientra nella mentalità di assistenza passiva che lascia il tempo che trova, e le tasche di pochi. Bisogna produrre in loco, con pulizia, trasparenza, operosità, per i beni produttivi che abbiamo e che siamo, sollecitando uno sviluppo privo di consociativi e collusi modi di fare, sforzandosi di fare impresa con responsabilità sociale. Esistono le risorse umane, che sono ricchezza di talento su cui fare affidamento, il patrimonio culturale, la qualità della produttività agricola non sempre adeguatamente tutelata. Mi concentrerei su queste cose, a questo gli amministratori sono chiamati in rappresentanza dei propri elettori.
Cirò,ha la sua storia, un patrimonio fondante anche per il circondario, la mia Cirò a volte, aimeh!, bistrattata da malfattori improduttivi e opportunisti. Cirò Marina, e i suoi abitanti ‘Marinoti’, hanno scelto altra storia comunale. Figli della stessa Madre Terra sì, ma con strade diverse portate in essere. Viviamo in una società democratica, dare la parola alla popolazione, un Referendum che illumini di verità e di contenuti la gente nostra verso il proprio futuro. Si deve amare il territorio e dare voce a chi voce deve avere, a chi con propri sacrifici si guadagna il pane quotidiano. Le gestioni non sono mai semplici, ma bisogna rispettare le inquietudini nelle corrispondenti autonomie, culture, storie.
Occorre un’organizzazione politica capace non tanto di conquistare il potere, tra l’altro provvisorio, che è cosa che spesso si dimentica, quanto piuttosto di creare un nuovo pensare di costrutto e di bonum facere per la popolazione che vive i territori e da cui spesso non riceve assistenza adeguata per servizi e quant’altro, anzi viene umiliata da comportamenti inetti e spregevoli a non beneficio del territorio.
L’Italia delle libertà comunali, delle autonomie, con il loro policentrismo culturale, la loro intraprendenza economica, è e rimane una realtà produttiva fondamentale su cui far germogliare il bene comune. Si sta insieme federativamente, Costruendo, non fondendo, né confondendo, tantomeno favorendo.
Costruire è in sé una determinazione d’avanguardia operosa e tutelante per gli abitanti di madre terra, questo vale per i piccoli come per i grandi centri. L’identità è, anch’esso, un bene fondante da tutelare, e il relativismo fa confondere le idee.
Il territorio esiste da tanto ed è meraviglioso da sempre, proprio per questo bisogna valorizzarlo nelle autonome capacità ambientali, studiandone le singolari particolarità, pulendolo da corpi contundenti, e determinarne volano di sviluppo e crescita. Nuovo pensare fa crescere.
Se si facesse un referendum il 98% direbbe NO.