La Guardia di Finanza di Crotone ha eseguito, nella mattinata, 6 nuovi provvedimenti di custodia cautelare, disposti dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica –Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito dell’indagine, denominata “Insula”, che nel dicembre scorso portò all’arresto di esponenti di spicco della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto ed alla custodia domiciliare per l’ex sindaco del comune isolitano (leggi articolo).
Gli sviluppi
L’odierna ordinanza è frutto degli ulteriori approfondimenti investigativi effettuati, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Crotone in epoca immediatamente successivamente agli arresti del 3 dicembre scorso. L’integrazione investigativa, grazie agli elementi acquisiti attraverso numerose escussioni di testimoni e l’ esame di nuova documentazione, ha consentito una compiuta ricostruzione della vicenda inerente l’aggiudicazione della gara pubblica per l’affidamento del servizio di raccolta dei finocchi coltivati su circa 39 ettari di terreno già oggetto di sequestro e confisca alla famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto. Già dalla precedente attività investigativa era emerso in maniera evidente il repentino mutamento d’indirizzo da parte dell’Amministrazione Comunale pro tempore di Isola Capo Rizzuto che, in luogo di optare per la soluzione della “frangizollatura” dei terreni (soluzione preferita espressamente dall’associazione Libera Terra assegnataria dei terreni), aveva preferito indire la gara per la raccolta e commercializzazione dei finocchi. Dalle indagini era altresì apparso chiaro come la gara in questione fosse stata turbata attraverso la fissazione all’origine di un prezzo base d’asta irrisorio e, in ogni caso, controllata dalla cosca Arena che, di fatto, aveva individuato i soggetti che avrebbero dovuto partecipare (tutte imprese agricole compiacenti), stabilendo anche l’entità delle offerte da presentare, al fine di poterla far aggiudicare ad un proprio prestanome alle migliori condizioni possibili.
Gli approfondimenti investigativi hanno posto in risalto come, nel caso di specie, prima ancora che la giunta comunale adottasse la delibera di indirizzo nei confronti del responsabile del settore patrimonio dell’Ente per la stesura del bando, il sindaco protempore e l’assessore all’agricoltura avevano predisposto la bozza di gara anche nei contenuti sostanziali, fissando i prezzi base d’asta in modo del tutto arbitrario ed assolutamente inferiori rispetto ai prezzi correnti sul mercato. La susseguente attività del responsabile di settore veniva espletata in tempi assolutamente ristretti e senza la benchè minima attività istruttoria, recependo acriticamente le indicazioni relative al prezzo base d’asta già stabilite dal Sindaco e dall’Assessore. Inoltre, le indagini hanno confermato i contatti, anche per interposta persona, tra le figure istituzionali che hanno svolto un ruolo nella vicenda e gli esponenti della cosca Arena che ricevevano notizie riservate e indicazioni utili a permettere loro di porre in essere gli “accorgimenti” che avrebbero permesso di ottenerne l’aggiudicazione. Le nuove risultanze investigative evidenziano, sostanzialmente, la compromissione degli organi amministrativi e tecnici del comune di Isola Capo Rizzuto, pienamente consapevoli dell’interesse della famiglia di ‘ndrangheta all’aggiudicazione della gara in questione, nonché delle violazioni di legge ed eccesso di potere che ha caratterizzato, nel caso specifico, l’azione amministrativa orientandola all’ottenimento dell’illecito risultato di agevolare le attività criminose della cosca.
I provvedimenti
Alla luce degli esiti delle nuove indagini, la Procura Distrettuale ha approfondito ed integrato la precedente formulazione dei capi d’imputazione originariamente previsti nella prima ordinanza, richiedendo ed ottenendo l’emissione dei seguenti provvedimenti: a) ordinanza di applicazione della custodia cautelare agli arresti domiciliari, in relazione al reato di cui all’art. 323 c.p., con aggravante di cui all’art. 7 del D.L. nr. 152/91, nei confronti del boss Nicola Arena e del figlio Massimo Arena, misura assorbita da quella della custodia in carcere disposta con il precedente provvedimento; b) ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Carolina Girasole, Francesco Pugliese (già agli arresti domiciliari) e Domenico Battigaglia, Assessore all’agricoltura pro tempore nella giunta Girasole, per i reati di cui all’art. 353 e 323 c.p., con aggravante di cui all’art. 7 del d.l. 152/1991; c) ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Antonio Demeco, titolare dell’azienda agricola che s’è aggiudicata la procedura di gara (già agli arresti domiciliari), per il reato di cui all’art. 323 c.p, anche in questo caso con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare le illecite attività della cosca.