“Il nostro Paese continua ad ignorare le strategie della Commissione Europea mirate ad un progressivo abbattimento delle emissioni di carbonio con il piano “Europa 2020” che vincola i Paese membri dell’unione Europea e che interviene con fondi strutturali nel programma 2014-2020 e continua a propugnare ed a consentire un piano di trivellazioni nel mar Jonio Calabrese fino al Golfo di Taranto. Il permesso di ricerca che con decreto ministeriale del 9 giugno 2014 ha concesso il Ministro Guidi alla società “Appennine Energy spa” – afferma la Cgil Crotone – è contrario ad ogni logica di governo dell’interesse e del bene comune e non rappresenta di certo una risorsa nazionale, così come si vuol far credere allorquando si richiama la strategia energetica nazionale.
Qui si è in presenza di concessioni di autorizzazioni alle trivellazioni ad alcune aziende petrolifere nonostante il parere contrario delle popolazioni, delle amministrazioni locali, delle Istituzioni regionali e provinciali e tutto ciò produrrebbe un impatto negativo su settori strategici e vitali dell’economia Calabrese come il turismo, la pesca, l’itticoltura, con ricadute sociali ed occupazionali che aggraverebbero una regione già in crisi. Per queste ragioni, come Cgil, per come abbiamo già avuto modo di manifestare nei mesi passati, riteniamo tale scelta incomprensibile alla luce anche degli investimenti che si dovranno attivare per tutelare il sistema delle coste e dell’ecosistema marino. Chiediamo al Governo di ritirare le autorizzazioni rilasciate per decreto e di convocare un tavolo nazionale per un confronto Istituzionale, sociale, per evitare tensione ed allarme che tale scelta sta ingenerando tra le popolazioni. La Cgil è pronta a mobilitarsi al fianco delle popolazioni per tutelare le risorse ambientali e naturali qualora tale provvedimento dovesse compiersi nonostante la contrarietà già espressa da tutte le amministrazioni locali”.