Le roboanti denunce ambientali sporte, più per pubblicità che per utilità, da parte di qualche giovanotto avvezzo alla polemica, sono un danno irrimediabile per l’immagine e lo sviluppo economico della nostra Città. Le bombe a orologeria, ora per uno, ora per l’altro problema, che esplodono casualmente nei momenti di massima concentrazione turistica nuocciono gravemente a questa terra e al suo popolo. Anche perché, così come successo da ultimo con il depuratore di Sant’Angelo, si è alzato, volutamente, un polverone mediatico contro l’Amministrazione comunale sottacendo, in malafede, riguardo al sabotaggio subito dall’impianto che ha provocato, anche nei giorni successivi, una serie di disagi a catena. Subito denunciato alle autorità preposte e in fase di risoluzione. L’Esecutivo Antoniotti continua a rimanere vigile riguardo alle questioni ambientali e soprattutto sulla salubrità del mare. Che, nonostante la campagna mediatica denigratoria di qualche movimento, rimane costantemente monitorato. È quanto ribadito dall’assessore all’Ambiente Rodolfo Alfieri che, al termine di una lunga e attenta fase di confronto con l’impresa che gestisce l’impianto di depurazione di Lido Sant’Angelo, precisa, con carte alla mano, rispetto alle illazioni polemiche e fuori luogo, apparse nei giorni scorsi sulla stampa locale e riconducibili al solito movimento di polemizzatori tout court. Voler far passare un isolato disguido tecnico, provocato da qualche scellerato e circoscritto nel tempo – commenta Alfieri – come prassi di inefficienza dell’Amministrazione comunale, che metterebbe a repentaglio l’ecosistema e la salute pubblica, è un’operazione che può partorire solo una mente perversa che non vuole bene a questa Città ed al suo territorio. Il depuratore di Sant’Angelo funziona e ne è testimonianza la pulizia del mare che, nonostante le affermazione di qualche pseudo movimento patrocinante del tutto (e del nulla), durante la stagione balneare tuttora in corso non ha mostrato particolari criticità. Non c’è fogna in mare e non c’è stata nemmeno in quei giorni in cui si sono verificate delle criticità sull’impianto di Sant’Angelo, perché il gestore, sollecitato dagli uffici comunali, si è messo subito a lavoro per limitare al minimo i danni.
Chi dice il contrario è in malafede e continua a dimostrare di voler arrampicarsi sulle paure della gente e sul malcontento degli operatori turistici, per proprio tornaconto politico ed elettorale. A proposito, invece, della natura di alcune chiazze nere che si sono registrate lungo la battigia – spiega l’assessore all’Ambiente – non hanno nulla a che vedere con i reflui prodotti dai collettori pubblici. Bensì, è molto probabile che si tratti dello sversamento illecito nei torrenti di qualche opificio operante sul territorio. Consigliamo, pertanto, a questi ardimentosi oppositori del Governo Antoniotti e, nei fatti, nemici dello sviluppo del territorio, di rendere utile il loro servizio ed aiutare le forze dell’ordine a scovare questi criminali. Noi dal canto nostro abbiamo già chiesto alle autorità preposte di presidiare, anche nelle ore notturne, torrenti e fossi di scolo per bloccare quella che è diventata una scellerata abitudine. Riguardo al sabotaggio notturno dei quadri elettrici dell’impianto di depurazione di località Sant’Angelo, avvenuto lo scorso martedì 22 luglio e per il quale è stata subito sporta denuncia alla Capitaneria di Porto e alla Polizia municipale, il gestore, la ditta D’Ambrogio Teodoro, ha relazionato in merito all’accaduto e soprattutto rispetto alle criticità da esse derivate nei giorni a seguire. Di seguito si riporta stralcio relazione. A seguito di disservizio avuto nel giorno 22 luglio 2014 – scrive D’Ambrogio – si sono riscontrati altri anomali funzionamenti, questa volta non attribuibili a dirette manomissioni ma comunque alla conseguenza diretta e/o indiretta di quanto successo quella notte. La tracimazione delle vasche ha prodotto numerosi cortocircuiti o danni simili su linee elettriche essenziali. In particolare ha prodotto subito il distacco dell’alimentazione del sollevamento iniziale; un cortocircuito a due, su quattro, delle elettropompe; anomalo funzionamento temporaneo del sezionatore boccaporto presente sul quadro che si presentava surriscaldato; blocco dell’intero sollevamento spinta a mare per interruzione del cavo elettrico di alimentazione. Ad oggi – si legge al termine della relazione – si stanno verificando altri danni diretti ed indiretti dell’accaduto della notte del 22 luglio 2014.