Il Consorzio di Bonifica dello Ionio Crotonese ha indetto per il 26 ottobre prossimo le elezioni per il rinnovo del Consiglio dei delegati e Cia e Confagricoltura hanno deciso di non parteciparvi “perché – spiegano i responsabili – le fasi propedeutiche sono state pesantemente viziate sia sotto l’aspetto formale che sostanziale. Tutti i Consorzi di Bonifica della Calabria, tranne quello dello Ionio Catanzarese, hanno, difatti, approvato un regolamento elettorale che prevede che ciascun consorziato possa esercitare il proprio diritto di voto attraverso l’istituto della delega, purché questa sia autenticata da un Funzionario del Consorzio delegato, da un Notaio, da un Sindaco o suo delegato ovvero dal Segretario Comunale”. Cia e Confagricoltura e alcuni consorziati dello Ionio Crotonese hanno inoltrato ricorso innanzi al TAR della Calabria di annullamento totale del Regolamento, ricorso però non accolto dal TAR. “Una sentenza, quella del TAR, contraddittoria e singolare, che riconosce la validità del regolamento emanato dal Consorzio, nell’introdurre l’autentica della delega, ma allo stesso tempo ne riconosce la contrarietà alla legge, il DPR 947 del 1962, che non prevede l’autentica della delega da parte dei dipendenti del Consorzio.
Il TAR nel suo dispositivo rileva una violazione di legge e un eccesso di potere da parte del Consorzio, ma si limita a raccomandare al consorzio un intervento in autotutela, anziché procedere all’annullamento del regolamento.
Insomma un vero e proprio pasticcio giuridico avverso il quale Cia e Confagricoltura hanno avanzato ricorso innanzi al Consiglio di Stato. Se ai seggi tradizionali di Crotone, Isola e Cirò Marina, l’Ente decide di aggiungerne altri con lo scopo di evitare che i consorziati dei paesi dell’entroterra Crotonese si evitino un lungo viaggio per esercitare un proprio diritto, Cia e Confagricoltura concordano e sottoscrivono, ma, se si aggiunge un solo seggio con un obiettivo chiaro ai più, Cia e Confagricoltura si indignano e protestano contro un atto antidemocratico e discriminatorio.
I motivi che impediranno ai consorziati di Castelsilano, Cerenzia, Caccuri, Pallagorio, Savelli, Carfizzi, San Nicola dell’Alto, Umbriatico, Verzino di avere un seggio vicino alle loro residenze sono chiari e danno la misura e lo spessore di chi vuole giocare la partita da solo. Cia e Confagricoltura auspicano, al di là delle decisioni dei giudici, che il prossimo assessore Regionale al ramo, ponga fine ad una pantomima che ha il sapore dei peggiori regimi, ripristini la violata legalità e riconsegni ai consorziati elezioni e sistemi di pura democrazia per un governo efficiente e moderno dell’Ente consortile, la cui gestione è ridotta al nulla e la cui assenza di programmazione di opere cantierabili è oramai intollerabile”.