La Calabria non è una regione a tradizione industriale, i vari tentativi per farla etichettare come tale, sono miseramente falliti con il risultato di un ripugnante abbandono di strutture trasformatesi in croci arrugginite, da collocare nel cimitero degli errori nostrani che pesano sulla memoria, come la SIR, Enichem, Pertusola, Cellulosa Calabria, Nuova Pignone, Quinto Centro Siderurgico e altre di cui si è perduto il nome lasciando solo disoccupazione e danni all’ambiente. E’ esistito un periodo (sarebbe da ipocriti il volerlo negare) in cui qualche industria ha dato vita a trazioni e culture fin dagli inizi degli anni 20,ma poi, inesorabilmente il crollo come tante altre cose travolgendo sistemi, economie e lavoro. La Calabria, nonostante tutto, potrebbe ancora essere capace di una espansione verso i vertici, creandosi una propria economia, senza il bisogno di fabbriche e cantieri. Può farlo attraverso quelle risorse che costituiscono un dipinto naturale nella nostra geografia. Basterebbe la buona volontà di crederci e ritornare a tentare un esperimento già parzialmente sperimentato per quei luoghi che esistono; monti, mare, spiagge, cultura e tradizioni; queste possono essere le basi della nostra industria. Pennellare, nella mente e nello sguardo della gente, un meraviglioso tramonto su di una spiaggia calabra con la sabbia ancora calda del giorno trascorso, mentre le onde si posano sulla riva lasciando l’orlo ricamato di un immaginario merletto. Sentire lo sciabordio delle paranze che, nel lontano orizzonte, calano le reti alla ricerca della fauna ittica, mentre il grido dei gabbiani si perde nei cerchi concentrici di questi enormi uccelli. Osservare il muoversi delle fronde degli alberi sulle strade interne verso i parchi e la montagna, dove il mormorio delle foglie, con il parlottio dei fiori, declama un poema infinito.
La scoperta dei luoghi antichi di una cultura, la Magna Graecia, nel ricordo di uno spazio in cui i suoi abitanti hanno dato il nome all’Italia. La gloria culturale di antiche civiltà le cui vestigia coprono il territorio di un racconto storico, spiegando il passare dei tempi, le invasioni e i sogni cancellati dall’avanzare dei secoli. Nel contesto della vita della Calabria, si inseriscono i sapori, un profumo di seduzione che rende l’aria carica di infinite gradazioni dal gusto genuino. Bisogna, con urgenza, inventare una formula del turismo di nuova maniera accettabile e consumabile sia in estate che in inverno, oppure nei colori della primavera e nelle foglie dell’autunno. Il rispetto delle tradizioni che permetterebbe al turista di capire lo spazio di una terra piena di aneddoti , miti, leggende e storia vissuta. Per creare un andamento perfetto sul turismo e con il turismo, è necessario un adeguamento costi, creando un calmiere di prezzi che permetta un largo respiro e non “strozzi” il vacanziere costringendolo a cancellare la Calabria dalle sue mete. Inventare un entroterra ricreativo che consenta spazio di movimento alle nuove generazioni, ammodernare i trasporti e renderli accessibili in materia di spesa. Una scelta difficile, come Calabria Sociale e Progetto Itaca per la Calabria, siamo perfettamente consapevoli che non è d’immediata realizzazione, ma bisogna iniziare ed impegnarci realmente, se vogliamo per uscire dal ghetto, materiale e morale, per aprire le porte ad un diverso domani che possa essere migliore dell’oggi.
Gianfranco Turino
Calabria Sociale & Progetto Itaca Calabria