“Confronto Trigenerazionale…la Donna ieri, oggi, domani”, questo il tema del convegno organizzato dalla Fidapa di Cirò Marina in collaborazione con l’associazione Idea e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, intervenuta con il consigliere delegato, Francesco Ferrara che ha portato i saluti istituzionali, svoltosi giovedì scorso presso Palazzo Porti. Più che un confronto trigenerazionale sul tema prettamente femminile, ci è sembrato un “confronto fra uomini e donne”, laddove, nei vari interventi dei relatori si sono evidenziate le diverse ragioni conflittuali che di fatto, ieri, oggi e “forse domani” ancora influiscono sulla strada della reale e concreta conquista di quella parità di genere, che oggi, le donne rivendicano sempre a più voce e, aggiungiamo noi, a ragione. Dopo l’introduzione della presidente, Giusy Nisticò, che ha tracciato la storia dell’evoluzione femminile, dei suoi sempre maggiori successi e affermazioni, dei suoi diversi ruoli che và assumendo nella società, sganciandosi dei soliti stereotipi, è stata la volta della presidente di Radici, Francesca Gallello, che con un linguaggio “ruvido ma essenziale” ha parlato delle forti motivazioni che spingono le donne a mettersi in gioco “perché ricche di capacità e competenze”, dicendosi altresì “indignata che ancora oggi si deve parlare di femminicidio, di violenza sulle donne. Una vergogna per gli uomini che nonostante le tante norme restrittive introdotte, ancora delinquono a danno della donna, perché c’è una forte caduta di valori, che né lo Stato, né la Chiesa oggi sembrano potere arginare”. Un intervento frammezzato dalla lettura di un brano tratto dal libro “Come l’Edera” scritto dalla stessa Gallello e letto in sala da Daniela Greco, vice presidente Fidapa. Ma un intervento che è sembrato anche un S.O.S rivolto dalle donne agli uomini.
Una richiesta di aiuto per accompagnare la donna e non limitarla, o ghettizzarla, o addirittura ucciderla. Un confronto che è stato affrontato dal punto di vista legislativo dall’avv.to Francesca Paladini, che ha registrato puntualmente le tappe più significative dell’emancipazione femminile a partire dal 1945 con l’introduzione al diritto di voto e del famoso art. 3 della costituzione “che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini con uguali diritti e senza distinzione di sesso”, per poi continuare nel suo excursus legislativo, parlando della parità nel lavoro datata 1977 a quella sul divorzio, sull’aborto, nell’81 l’abolizione del delitto d’onore. Un cammino legislativo che ha portato tanti cambiamenti e progressi fino ai giorni nostri laddove tanti diritti sono stati acquisiti, ma un cammino come ha detto la Paladini, forse provocatoriamente, “pagato a caro prezzo” con le attuali violenze di genere che forse sono il vecchio delitto d’onore mascherato”. E’ stata la volta di Leonardo Fuscaldo, presidente dell’associazione Idea che si è soffermato sui tanti casi di violenza sulle donne, in particolare ha riferito del dramma che una famiglia vive quando certi violenze toccano i sentimenti, come quella della giovane Luzzi di Corigliano. A Lucia Sacco, dirigente del Polo D’Infanzia Baby Kinder Park, il compito di mettere in risalto “le fatiche” morali e intellettuali che le donne oggi devono compiere per vedere affermate le loro specifiche competenze, le loro capacità, contro un sistema maschilista che fatte salve alcune eccezioni, impediscono ancora alle donne impegnate di accedere a ruoli più visibili e considerate. “Non che la mappa di un nuovo potere femminile non sia oggi più incisivo ed evidente, il riferimento è stato ai diversi ruoli politici, scientifici, manageriali che oggi le donne ricoprono in Italia e nel mondo, ma, questa la riflessione posta dall’amministratore della cooperativa sociale I Tre Melograni, ci sono le condizioni per una vita quotidiana con pari opportunità e responsabilità in equilibrio tra donne e uomini in tutti i campi pubblici e privati? “la realtà è che ancora la strada è lunga, ha proseguito. Le donne dopo il primo figlio spesso lasciano il lavoro perché sono chiamate a difendere il valore della crescita, ma allo stesso tempo aumentando il numero di donne che sono riuscite a rompere “il soffitto di vetro” fatto di omologazione strisciante, finendo però per assorbire gli stesi difetti degli uomini, finendo così per non cambiare gli schemi, quindi non cambiare i linguaggi e favorire così il potere maschile di rigenerarsi grazie al cambio di genere. Una differenza e contrapposizione che ha cercato di smorzare l’intervento di Porta Emanuela, intervenuta che ha parlato di una differenza di genere che si completa e vicenda ed è in equilibrio solo se l’uno accetta l’altra e viceversa. Utile il contributo finale della presidente della neo associazione Penelope, Stefania Paparo, che ha parlato delle tante donne scomparse. Infine, Rosa Anania, ha letto una struggente lettera inoltrata da una giovane iraniana condannata a morte e Berenice Morelli ha concluso “antropologicamente”, che “forse manca e andrebbe ricercato di più l’amore”.