Le difficoltà e le criticità, in parte riconducibili alla complessità dei vincoli statutari del Consorzio di Tutela del Cirò, che alla vigilia dell’assemblea dei soci di giorno 28 febbraio, facevano intuire e temere l’ennesimo “nulla di fatto”, sono state soppiantate dal buon senso e dalla volontà, finalmente, di superare “vecchi rancori e diatribe” che fino ad ora avevano impedito l’unità della filiera vitivinicola del comparto cirotano. In effetti, al termine dell’assemblea dei soci che avrebbe dovuto eleggere il nuovo Cda del Consorzio, si è deciso di rinviare il punto all’odg, per consentire a quanti intendessero entrare a pieno titolo nel Consorzio di procedere al versamento della quota e chiedere l’immissione come socio. Questa possibilità sarà data sia alle cantine che ai singoli produttori. Una svolta che permetterà, dopo l’entrata dei nuovi soci di votare i nuovi organismi del Consorzio. Una riunione, quella di sabato 28, alla quale non ha partecipato lo stesso presidente, Gaetano Cianciaruso che si è fatto rappresentare dall’imprenditore, Saverio Calabretta, contitolare della Cantina Enotria, “per facilitare la discussione”. Ma alla riunione non sono intervenuti neanche i rappresentanti delle altre due cantine, Caparra e Siciliani e Librandi, anch’essi in attesa di verificare se sussistessero i termini per un avvio sereno della collaborazione. Il delicato e complesso lavoro di tessitura del dialogo, lo si può senz’altro ascrivere alla imparziale e neutrale posizione di Valentino Zito, vice presidente, il quale ha fortemente voluto tracciare una linea di demarcazione dal passato, lasciando alle spalle le discussioni “statutarie e politiche” della vita Consortile e puntando invece a recuperare quell’unità del comparto che dovrebbe cercare di portare il Cirò su di un piano di maggiore rappresentatività e unitarietà, per affrontare i mercati e le nuove sfide commerciali e di qualità che l’enologia e i mercati nazionali e internazionali chiedono. D’altronde, L’Expo è prossima e il Cirò, la vera risorsa economica del comprensorio, non può permettersi di “bruciare” questa importante vetrina. Una svolta quindi, che riconoscendo unanimamente gli indiscussi meriti del presidente Gaetano Cianciaruso, tenta di guardare al futuro con occhi più “giovani e disincantati”.