Lasciarsi inquietare, anche solo un po’, sarà un risultato di non poco conto. Questo è quanto scaturisce ogni qualvolta, ogni domenica mattina, ci si trova davanti alle Sorelle del Monastero del Carmelo di Crotone sulle alture della contrada Campione. Qui la parola “amore” diviene concretezza, comunione, seppur da dietro una grata. Il loro silenzio, la loro preghiera sono sostanza dell’amore per gli uomini. E tanto avviene, per nostra fortuna, per la fortuna dei Crotonesi, e grazie al buon Dio, da ormai 30 anni. Già, il Carmelo Teresiano di Crotone. Ci domanda spesso come fa ad esistere ancora un posto del genere: la nostra non è l’epoca dell’efficientismo e della produttività, del progresso inesorabile? Un progresso senz’anima, però! Questo è il posto dove convivono le persone più “fuori tempo massimo”, più “anonime”, meno di “successo”, un posto che si incontra raramente nella vita. Ed ancora. Sono possibili ancora questi rimasugli medievali, questo anonimato, il nascondimento quando invece “fuori” è tutta corsa, visibilità, emergere? Invece, sì. Esiste ed anche apprezzato dalla gente che vive “fuori”. Altro esempio del genere sono i Certosini. Il Carmelo è il posto dove donne, giovani e meno giovani, sorridenti sempre, vivono da una vita insieme, da cui ne escono solo per motivi gravi, e che comunque si sentono di casa nel mondo. Ci si trova tra donne che hanno rinunciato a tutto per riempirsi di luce, colori, profumi, bellezza, silenzio, amicizia, ascolto. Presso di loro è di moda l’essenzialità senza tralasciare la femminilità perché piace essere donne, anche vanitose, perché no, ma che affidano il proprio maquillage ad un esperto che le rende giorno per giorno sempre più belle, anime belle come le vuole quel grande esperto che è Dio.
Quante volte la gente del mondo parla della loro inutilità, insomma che sarebbero più utili nelle nostre parrocchie o tra i poveri in missione. Certamente non gestiscono servizi pastorali o di carità, se non in maniera nascosta, perché alla loro porta bussano poveri affamati o persone in cerca di una testimonianza. Ma ci vuole pur qualcuno che, con l’ “assurdità” della loro scelta ci metta in crisi! Qualcuno che, attraverso il loro “controcorrente”, ci richiami ad altre dimensioni. Insomma, qualcuno che ci inquieti, anche solo un po’. Le Carmelitane assolvono pienamente a questo compito che deriva dal Vangelo. Orbene, per ricordare la loro trentennale presenza, le Carmelitane ci hanno voluto donare un prezioso libro – testimonianza, curato assieme a don Pietro Pontieri, dal significativo titolo “Come albero piantato lungo corsi d’acqua” ( Ed. D’Ettoris – Crotone 2015) che verrà presentato, dallo stesso curatore e da P. Carlo De Filippis carmelitano, nella Cattedrale crotonese il prossimo lunedì 25 maggio alle ore 19.15. Si tratta di un libro che corre attraverso le vicende vissute tra sorrisi e delusioni dalle Suore Scalze in trent’anni di presenza operosa pur nel silenzio e nel nascondimento. Un libro, come scrive don Pontieri, che va usato “come un filo conduttore, che ti aiuti a capire quanto di misterioso si chiude davanti a te varcando il cancello; e se sei sensibile alla voce dello Spirito, alla ricerca di un senso da dare alla vita, tieni la tua lampada accesa facendo riserva dell’olio prezioso, per poter anche tu andare incontro allo Sposo!”