di Giuseppe Lamazza. Pietosa la madre brunisce un panno di pianto sulla bara prima coperta da rose bianche che annunciano il silenzio, un silenzio loquace che nei palloncini regalati all’aria cilestrina ciromarinese grida forte il monito del futuro ad una vita mai più offesa dal dolore. Il padre, un fiume che scorre! Strazia il cielo con lacrime parlate in cui Giuseppe si trova a vibrare le corde della sua chitarra nel coro-orchestra Krimisa del Liceo di Cirò: una nenia lontana dagli schemi delle prefiche, dove il dolore si palpa nel racconto di Giuseppe unico e speciale, che interviene presso Sergio e Brunella per correggere l’errore nell’attribuzione dei punti di credito di Piermichele, che turbato e coinvolto e singhiozzante, novella di un amico sempre amico ch’ora ridente abita Oltreluomo. Ha ragione il padre: alla festa di Giuseppe ha partecipato una città, una comunità, un popolo che compunto ha condiviso unanime il commiato di speranza degli amici, e non solo di quelli della Quarta A: “Ti cercherò nei sorrisi di tutti i giorni, nei tuoi fiori preferiti, ti cercherò tra le corde di una chitarra o tra i tasti di un pianoforte. Ti cercherò nelle piccole cose pur non trovandoti”. Toccante il saluto di Angela Corso, dirigente scolastico del Liceo Scientifico: “Oggi questa comunità è raccolta nel dolore e nello strazio per la perdita di un figlio, di un familiare, di un parente, di un amico, di un allievo, di un cittadino modello. Si perché Giuseppe era un ragazzo speciale: altruista, amico di tutti, tenero ed affettuoso. Si è sempre distinto per intelligenza, sensibilità e discrezione. Sempre umile e ben disposto verso gli amici ed i compagni, garbato e rispettoso verso i docenti. Un ragazzo dalle mille passioni che ha sempre coltivato con assoluto impegno e fra le più grandi quella per la musica. Non si può pensare a Giuseppe senza sorridere, chiunque l’abbia conosciuto ha sempre visto nei suoi occhi la vita, la speranza, l’energia e ha notato il grande entusiasmo con cui si accingeva nel fare qualunque cosa”.
Commozione grande che ha coinvolto la stessa Dirigente scolastica: “Nel Liceo è stato amico di tutti e sempre disponibile a partecipare ai vari eventi, ha messo a disposizione il suo talento in tutte le manifestazioni culturali che l’Istituzione scolastica ha svolto dando un contributo fondamentale, non facendo mai mancare il suo supporto al gruppo musicale del Liceo nel seguire con senso di responsabilità ogni attività anche esterna: da Tivoli a Reggio Calabria è stato instancabile”. “Chiunque lo abbia conosciuto – ha continuato Angela Corso – porterà sempre vivo con sé il suo sorriso pieno di tenerezza e pudore tipico di chi cerca una comunicazione speciale, intima e unica, mai superficiale.Parlare con lui è sempre stato un piacere. In ogni sua argomentazione si poteva cogliere il suo pensiero originale e mai scontato, nonostante la sua giovane età.L’impegno profondo che contraddistingueva ogni sua scelta e la delicatezza d’animo con cui non faceva pesare la tua vivacità intellettuale saranno un ricordo indelebile per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo”. Coinvolgente il saluto della Dirigente “Ciao caro Giuseppe, sfortunato giovane. Un destino crudele ti ha strappato a tutti noi precocemente, ma non riuscirà ad offuscare la tua immagine. Noi ti ricorderemo sempre per il tuo garbo, il tuo sguardo sincero, il tuo talento, il tuo animo generoso”. Una sagra paesana, la festa di Giuseppe Strancia, in cui ognuno s’è accomiatato ringraziando la madre Teresa e il padre Gianfranco per essere stati l’arco che ha lanciato il figlio verso un domani, che pure nel futuro sordo al suono d’ogni certezza, conserverà la freschezza di un affetto che l’ha fatto diventare figlio di tutti.