Premesso che a parere della CGIL è necessario e strategico un forte e rinnovato impegno economico e di investimenti da parte di ENI nel Paese e nell’area crotonese in particolare, nell’ambito del Piano industriale e/o Strategico del Gruppo la auspicata e rinnovata attenzione al nostro territorio per la CGIL si deve tradurre in investimenti per consolidare i siti produttivi esistenti e per sviluppare altre attività produttive sostenibili. In particolare sulle principali problematiche oggetto di confronto e prese di posizione che in quest’ultimo periodo si susseguono, appare opportuno evidenziare di seguito le nostre richieste e il nostro punto di vista. Sul progetto di intervento ambientale presentato da Syndial S.p.A – Gruppo Eni, ed approvato dalla Conferenza di servizi decisoria ( luglio 2009) in cui il Ministero dell’ Ambiente ha autorizzato l’avvio di alcune azioni sul SIN di Crotone-Cassano-Cerchiara, la Cgil è assolutamente contraria sulla parte che indica l’utilizzo di pratiche sperimentali per la decontaminazioni del suolo e sottosuolo ed in genere delle matrici ambientali, che, non hanno allo stato una comprovata utilità. Inoltre, sul tema legato alle discariche di rifiuti speciali e pericolosi che costeggiano la strada consortile (Armerina e Farina Trappeto) riteniamo indispensabile, da subito, la rimozione totale delle migliaia di tonnellate di rifiuti presenti con il conseguente conferimento in discarica autorizzata.
Appare pertanto indispensabile richiedere, al Ministero competente e all’Eni (Syndial), una revisione e conseguente modifica del progetto con l’obiettivo di garantire la realizzazione di un intervento di “Bonifica integrale” del Sito, in grado di restituire integro il territorio interessato alla comunità, al fine di destinare le aree a nuove attività produttive sempre più compatibili ed ecosostenibili, ad alto valore tecnologico, anche coinvolgendo in nuove attività la stessa ENI. Avvio di un confronto tempestivo, serio, funzionale con Syndial S.p.A, sul futuro delle aree dove insistono due Siti – oramai dismessi – di grande valore ed interesse per le comunità: la Miniera di salgemma nel Comune di Belvedere Spinello e lo Stabilimento di produzione di cloruro di sodio nel Comune di Cirò Marina, ambedue di proprietà di Syndial S.p.A. Necessaria appare altresì la ripresa immediata delle trattative sulla “Convenzione Eni” per contrattare risorse aggiuntive alle Royalties, da destinare al contrasto e rimedio al fenomeno dell’erosione delle coste e a quello della subsidenza; nonché al monitoraggio continuo degli eventuali riflessi derivanti dalla pluridecennale attività di estrazione off-shore dal fondale dello specchio d’acqua prospiciente le coste del crotonese. In questo contesto elaborare un progetto che possa dare risposte al territorio anche sul terreno delle opportunità occupazionali, anche di studio-lavoro, promuovendo sinergie tra Territorio, Università ed Eni per dare avvio – partecipandovi – ad un “Centro di Ricerca e Formazione”, a carattere innovativo e sperimentale, e con finalità preventive, specializzato nello studio dei fenomeni relativi ai riflessi causati dalla intensa estrazione (gas e salgemma), e che, sul fronte formativo, dia vita ad una vera e propria scuola di formazione, indirizzata, da una parte, alla formazione interna al gruppo ENI, per specializzare i dipendenti sulle attività che attengono alla ricerca e alla produzione di idrocarburi, e sul fronte esterno ad una platea di periti e laureati provenienti dagli istituti e università della Calabria.
Apertura formale di un tavolo con l’Esecutivo Nazionale (in particolare con i Dicasteri interessati dell’ Ambiente, del Tesoro e dello Sviluppo Economico), le Autonomie Locali, l’Eni, per definire un percorso condiviso e un crono-programma, al fine di avere/assumere impegni certi sui tempi e modalità della “Bonifica Integrale” delle aree destinate al riuso. Immediata funzionalizzazione delle procedure e sblocco delle risorse in seno al Ministero dell’ Ambiente (che ad oggi si aggirano intorno a 70/80 Milioni euro, di cui 56 milioni derivanti dalla sentenza per risarcimento danno ambientale ) a favore dello sviluppo del territorio crotonese, attraverso la stesura di un nuovo accordo di programma quadro (nel quale far confluire ulteriori risorse individuabili nell’ambito della nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020), strumento utile a favorire da una parte l’immediata disponibilità delle risorse economiche, dall’altra iter autorizzativi e burocratici più snelli e veloci. Queste le nostre posizioni. E per questi nostri orientamenti intendiamo discutere, ma soprattutto agire: per superare l’attuale stallo e contribuire a innestare concretamente percorsi virtuosi funzionali allo sviluppo, al di là delle convenienze e dei tatticismi di alcuni, magari funzionali alla prossima campagna elettorale. Noi sulla effettività delle azioni e la concretezza dei fatti misureremo tutti, sapendo che non è più il tempo dei rinvii e dei procrastinamenti, perché mentre tutti parlano, di questo passo il crotonese muore.