Con questo 2016, dopo il già triste e pesante tributo versato dalla comunità locale in seguito alla morte di altri tre dei sui concittadini, diventa ancor più pesante e, forse, invita tutti ad una più attenta, se pur amara, riflessione. L’impatto con questo nuovo anno è stato fatale ad un giovane stimato, grande lavoratore, amico di tanti, impegnato socialmente. Negli ultimi mesi aveva cominciato a frequentare il gruppo bike di Cirò Marina, con i quali amava andare a trascorrere ore di impegno atletico e di passione sportiva. Parliamo di Cataldo Ippolito, per tutti “Cataldino”, di appena anni 39, da poco festeggiati (è nato il 3 gennaio). Nella tragica scomparsa, lascia la moglie, Ilenia e due amatissime figlie, Natalia e Chiara di 7 e 3 anni. Era uno dei pasticciere della città, molto conosciuto e noto, proprietario del “Bar Cinque stelle”, molto frequentato, luogo di incontro di molti amici. Attonita e colta di sorpresa l’intera comunità, si è stretta intorno ai suoi cari e all’intera famiglia. Origine della sua morte, un incidente avvenuto nelle campagne di Melissa, mentre percorreva un tratto del percorso che solitamente il gruppo di amici, appassionati della mountain bike, affrontavano. Una brutta caduta dalla sua bicicletta, provocata forse da un dislivello sull’asfalto e, forse, la conseguente perdita di equilibrio, che lo hanno fatto sbattere, pur munito di casco, con il volto.
Un volo che gli è stato fatale. Una tragedia compiutasi sotto gli occhi attoniti degli amici, quella di Cataldo Ippolito, che ha incontrato il suo destino nel pomeriggio di una giornata che doveva essere di sport e allegria. Che cosa sia improvvisamente accaduto è difficile da spiegare. “Cataldino”, che ricordiamo, tra l’altro portava il casco, durante una discesa molto impegnativa si è schiantato rovinosamente sull’asfalto, l’impatto purtroppo, come hanno riferito gli amici al seguito, è stato violentissimo. Il tempo di vedere il volto in una pozza di sangue, la chiamata al 118 che al suo arrivo non ha potuto fare altro che constatare la grave situazione, il tentativo di effettuare una corsa verso l’ospedale. Tutto inutile. Cataldino se n’era andato, probabilmente per una forte emorragia interna che non gli ha dato scampo. Incredula e frastornata la comunità locale che immediatamente si è stretta intorno alla famiglia e che nella giornata di domenica, nella chiesa di Sant’Antonio, alla presenza di migliaia di persone, familiari, parenti, amici, come quella della Croce Rossa (della quale è stato volontario), hanno dato l’ultimo saluto ad un giovane, che come altri giovani, ha perso la sua vita. Una vita spezzata che, speriamo, possa essere da monito per quanti affrontano lo sport senza magari verificare a monte le difficoltà e i pericoli che si possono nascondere dietro un impegno sportivo. “L’incidente di Cataldo comunque – ha scritto in una sua nota la Confartigianato – pone un problema importante nel nostro comprensorio: la mancanza di piste ciclabili che sicuramente non disturbano il sonno dei nostri amministratori locali, in quanto malgrado i tanti gravissimi incidenti negli anni nessuno si è posto il problema di dare le giuste infrastrutture agli amanti di questo sport. Auspichiamo che l’immatura scomparsa del Caro Cataldo possa servire in futuro a rendere più sicuro questa attività agonistica”.