“Il ministero dell’ambiente non possiede i dati relativi all’inquinamento delle acque circostanti a 100 piattaforme che a largo dei nostri mari estraggono gas o petrolio. Tra queste quelle di proprietà della Ionica Gas, operanti a largo di Crotone”. È quanto afferma il deputato M5s Paolo Parentela, che aggiunge: “Greenpeace, a seguito di una istanza pubblica di accesso agli atti, ha ottenuto dal Ministero dell’Ambiente i piani di monitoraggio di 34 piattaforme di proprietà ENI sulle 135 operanti nei mari. Sulla mancanza degli altri dati, Eni si è giustificata asserendo che quelle di propria competenza non effettuano scarichi in mare”.
“Eppure vi sono delle indagini in corso da parte della magistratura, ad esempio su una piattaforma a largo della Sicilia, che probabilmente smaltiva illecitamente le acque reflue (cariche di sostanze inquinanti) nel mar mediterraneo, così come ci sono prove del fatto che alcuni dipendenti Eni scambiarono le cozze destinate ad essere analizzate per valutare l’impatto ambientale delle piattaforme su cui lavoravano. Per questo motivo – continua il parlamentare – ho interrogato il Ministro dell’ambiente, a cui ho anche inoltrato una nuova richiesta di accesso agli atti. Ritengo di una gravità inaudita che il nostro governo non abbia alcuna stima, monitoraggio o controllo dell’inquinamento provocato da oltre 100 piattaforme operanti a largo dei nostri mari. Praticamente il governo ci fornisce una ragione in più per votare con convinzione Si al referendum del 17 aprile”.