Grazie alla sinergia fra medici e micologi, è stato possibile salvare la vita a una donna di 62 anni, ricoverata per avvelenamento falloideo nel reparto Rianimazione del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, causato dal consumo di alcuni funghi raccolti in proprio e preparati per la cena. La paziente che ha rischiato la vita era stata trasferita a Lamezia dall’ospedale di Vibo Valentia, dove aveva ricevuto le prime cure e dove, attraverso la consulenza micotossicologica del Micologo della ASP di Vibo Valentia e la consulenza tossicologica del Centro Antiveleni di Milano attivo h 24, si era potuto delineare un quadro di avvelenamento di tipo falloideo orientando così, efficacemente, la diagnosi medica verso un caso gravissimo.
Nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Lamezia Terme è così iniziato un incessante lavoro di èquipe, tra il Direttore del Reparto, Dott. Stylianos Glyronakis, i diversi medici che si sono susseguiti nelle varie turnazioni, i Micologi, dott. Ernesto Marra e Carlo Mercuri e la dott.ssa Francesca Assisi del Centro Antiveleni di Milano, in cui ciascuno ha dato il proprio contributo professionale secondo le rispettive competenze. Mentre il caso sembrava volgere al peggio, tanto da allertare l’ISMETT di Palermo (Istituto Mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione) per un eventuale trapianto d’organo, il protocollo terapeutico per avvelenamento falloideo, ha iniziato a dare i risultati sperati, con un graduale e costante miglioramento dei valori ematici della paziente che, dopo otto giorni dal pasto incriminato, hanno portato a sciogliere la prognosi. Soddisfazione per la riuscita dell’ottimo lavoro sinergico dell’equipe medica è stata espressa dal direttore generale dell’ASP di Catanzaro, dott. Giuseppe Perri, il quale raccomanda la “massima cautela sia nell’acquisto dei funghi. Recarsi immediatamente al Pronto Soccorso o all’Ospedale più vicino, senza tentare terapie autonome se, dopo aver consumato funghi, dovessero insorgere disturbi gastrointestinali con nausea, vomito alimentare, diarrea, dolori epigastrici”




