Il nulla del nulla il risultato della riunione svoltasi alla Regione Calabria lo scorso 14 Novembre sulla riapertura dell’aeroporto di Crotone-Isola Capo Rizzuto. Solo una presa per i fondelli delle popolazioni del crotonese. Si è parlato artatamente dei tre aeroporti della Calabria ma in realtà l’unico ad essere chiuso è l’aeroporto Sant’Anna che si trovava nelle stesse condizioni di quello di Reggio Calabria sotto l’aspetto economico e gestionale e dove la compagnia Alitalia aveva minacciato la sospensione dei voli. Mentre per Reggio Calabria la Provincia è intervenuta versando seicentomila euro e il Ministro Delrio ha convocato l’Alitalia al fine di garantire la continuità dei voli e il prosieguo dell’attività aeroportuale, per Crotone non c’è stata nessuna proposta concreta che potesse evitare il peggio ma, nella buona fede dei sindaci che pure avevano dato la disponibilità e avevano impegnato nei bilanci di alcuni comuni le somme necessarie per ottenere la proroga dell’esercizio provvisorio fino al 31 Dicembre, è stata programmata scientificamente prima la sospensione dei voli e dopo la conseguente chiusura dell’aeroporto. La Rayanair è stata fatta scappare via. La conferma di questo disegno viene proprio dalla riunione di Catanzaro dove erano assenti gli interlocutori fondamentali per qualsiasi discorso produttivo di effetti per la riapertura dell’aeroporto crotonese: l’ENAC e il Ministro delle Infrastrutture. La riunione è servita solo a calmare le acque e come al solito a spegnere questi piccoli focolai di protesta che potrebbero divampare e trasformarsi in una vera lotta per la difesa del nostro territorio completamente abbandonato dal Governo e dalla Regione. In questo contesto le dichiarazioni del Presidente Mario Oliverio appaiono poco credibili e molto improbabili. Il silenzio dei sindaci alla riunione è emblematico e dovuto principalmente a
lla presa d’atto, per il percorso tracciato dal Presidente Oliverio, di una strada che, se si rimane inerti ad aspettare che si verifichino tutte quelle condizioni indicate, va diritto verso la chiusura definitiva dell’aeroporto o comunque passeranno di nuovo anni prima che l’aeroporto diventi di nuovo operativo con la ripresa dei voli, così come è successo nel passato. Il tempo delle riunioni inutili era già terminato prima di quest’ultima sceneggiata, ora è il tempo della protesta e della lotta per difendere il sacrosanto diritto alla mobilità sancito dalla costituzione e dall’Unione Europea. Prendiamo esempio da quei giovani studenti che hanno manifestato il 12 Novembre in Piazza della Resistenza e si convochi da parte dei sindacati e forze politiche,, degli amministratori locali, delle associazioni di categoria con la sensibilizzazione delle professioni e dei cittadini, uomini e donne, una grande manifestazione davanti all’aeroporto che sia una vera lotta di popolo e si faccia sentire fino a Roma. Questa è l’unica strada da seguire per far riaprire l’aeroporto e stanare coloro che vanno nella direzione opposta.
Ancora una volta l’incapacita della politica (che pensa solo a se stessa LA CASTA) ha tagliato fuori la gente il popolo onesto. Un colpo mortale alla Calabria e a l’area del Crotonese. Comunque il popolo dovebbre, invece di andare a votare il 4 dicembre, manifestare e bloccare la statale quotidianamente.