Quando si parla della Provincia di Crotone l’ISTAT afferma che si tratta di un territorio ultimo in tutto per ciò che comprende la qualità della vita e l’occupazione. Un dato che dovrebbe allarmare i politici locali e provinciali affinché facciano sinergia unitamente alle parti sociali per indurre il Governo ad invertire la rotta. I cittadini sono stanchi, la disoccupazione nel crotonese ha raggiunto cifre paurose, la povertà è ai massimi livelli e nonostante ciò si continua a creare disoccupazione.
Domani 16 marzo 2017 si potrebbe scrivere la parola fine per la Società Gestione Servizi Spa. Il liquidatore Antonio Barberio, in data sopra citata ha indetto una convocazione e invitato i segretari provinciali Raffaele Falbo (Cgil), Pino De Tursi (Cisl), Mimmo Tomaino (Uil) e per conoscenza ha informato il presidente della Provincia di Crotone Nicodemo Parrilla, che ci sarà un solo punto all’Odg: situazione crisi aziendale società servizi Spa in liquidazione, tradotto in cifre significa la perdita di altra occupazione.
La vicenda della società dei servizi non è nuova, tant’è che i sessantotto lavoratori sono in assemblea permanente pressa la provincia di Crotone da qualche mese. Questa mattina presso la sala Paolo Borsellino c’è stato l’incontro con i sindacati per ciò che dovrebbe avvenire il 16 marzo a proposito della messa in liquidazione della società servizi.
Una vicenda, bisogna ricordarlo, che ha avuto origine dal riordino delle province avvenuto due anni addietro. L’ultimo stipendio percepito dai dipendenti risale ad aprile 2016. L’assemblea è stata alquanto tranquilla pur di fronte alla grave situazione economica che stanno attraversando i sessantotto lavoratori.
I loro rappresentanti, seduti al tavolo della presidenza, sono stati abbastanza duri nei confronti di tutta la politica regionale, provinciale, locale, attuale e del passato, colpevoli a loro dire di non essersi interessati nella giusta dimensione del problema. Poi hanno messo in evidenza che nella Provincia di Crotone ci sono tantissimi disservizi a causa della mancanza del personale e nonostante ciò la politica continua ad ignorare la loro disponibilità.
Altrettanto duro, per com’è stata gestita la società servizi negli anni, il segretario provinciale della Uil Mimmo Tomaino:
“La colpa di quanto sta avvenendo – ha dichiarato Tomaino – appartiene a questa classe politica, a chi ha diretto questa provincia da quando è nata ad oggi, a chi ha inventato la gestione servizi senza consistenza e senza un minimo progetto industriale. Mancanza d’idee che hanno condannato la società servizi all’assistenza, se non è una colpa questa mi spieghino allora quali sono le colpe, senza consistenza manageriale e di mercato la società servizi è andata in debito d’ossigeno. Oggi – afferma Tomaino – continuo ad osservare una grande capacità inadempiente, per non dire irresponsabile da parte di chi continua a parlare di liquidazione. Troppa burocrazia nello svincolare determinate cifre a disposizione della Regione che in molti casi li utilizza per i pareggi di bilancio e non li destina nella giusta direzione. Poi un accenno ai vitalizi degli ex consiglieri regionali”.
“La messa in liquidazione e la riduzione del personale non è un argomento che ci interessa, si deve parlare di progetto industriale per garantire continuità lavorativa a tutti i dipendenti – ha dichiarato Pino De Tursi segretario provinciale Cisl”.
“La vertenza gestione servizi negli anni ha visto la responsabilità dei dirigenti sindacali e la grande responsabilità di tutti i lavoratori pur di fronte all’assenza di stipendio per un periodo di quattordici mesi. Ci sono gravi responsabilità politiche e amministrative ben definiti per quello che sta avvenendo in occasione della società servizi – ha dichiarato Raffaele Falbo della Cgil – ed ha denunciato la speculazione di tutti i politici in occasione delle varie campagne elettorale, questi promettono tanto ma dopo il voto non fanno nulla”. Tutti e tre i sindacalisti hanno fatto presente che il 4 dicembre 2016 il popolo italiano ha bocciato con un referendum l’abolizione delle Province ma ancora nessuna decisione da parte del Governo Nazionale di ripristinate gli Enti intermedi come lo erano prima della riforma del Ministro Del Rio. E questo, hanno ancora detto i tre rappresentanti sindacali, è l’arroganza di un Governo che non tiene conto della sovranità popolare, in un Paese democratico qual è l’Italia.
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