A sostenerlo è una fonte vicina ai vertici decisionali, intervistata da CNBC, che ha preferito rimanere anonima a causa della delicatezza della situazione. Il rumor riferisce altresì che la decisione finale è arrivata nelle ultime ore ed è certa al 99,9%.
Ricordiamo che i produttori di metalli interessati, dei Paesi colpiti, avevano ottenuto un’esenzione temporanea dalle tariffe all’inizio di quest’anno, ma che questa esenzione è in scadenza tra pochi giorni. Si tratta dunque di una nuova ondata di dazi imposta dal presidente Donald Trump per poter riequilibrare i rapporti internazionali, nei confronti di quelle combinazioni di prodotti / Paesi che hanno creato – a detta dell’amministrazione USA – una condizione di svantaggio ingiusto per gli Stati Uniti.
“Le persone non hanno idea di quanto il nostro Paese sia stato maltrattato da altri Paesi” – ha dichiarato Trump, sostenendo che le tendenze del commercio internazionale sono in grado di distruggere le industrie americane dell’acciaio e dell’alluminio. Se la notizia dovesse trovare piena conferma, oltre ad essere un market mover di grande rilievo per chi investe in commodity con le migliori piattaforme di trading, si tratterebbe di un sostanziale fallimento dei negoziati guidati dal segretario al Commercio degli Stati Uniti, Wilbur Ross, e delle controparti dell’Unione europea, recentemente incontrate a Parigi.
Prima del previsto annuncio, il ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire, aveva in tal proposito affermato che l’Europa assumerà “tutte le misure necessarie” per rispondere. Ancora in precedenza, l’UE aveva già anticipato di voler imporre le proprie tariffe su alcuni prodotti statunitensi come le moto e i jeans. Un messaggio peraltro rafforzato dal ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz, che in un’intervista a Reuters ha dichiarato che la risposta dell’UE alle tariffe deve essere “chiara, forte e intelligente”. Alla domanda se ci fossero segnali che la disputa commerciale potesse essere risolta Scholz ha aggiunto che “no, non ci sono segnali del genere”.
Insomma, una virata particolarmente delicata, che rischia di acuire le relazioni internazionali anche tra due aree storicamente molto vicine come gli Stati Uniti e l’Unione Europea, anche se sembra essere indirizzata soprattutto verso i partner centro e nordamericani, come Messico e Canada. Rimane però da capire quanto questa mossa possa essere realmente proficua in termini di risultati per l’economia USA.
Da più parti si sottolinea come una guerra commerciale o un inasprimento delle relazioni internazionali sia una condizione in grado di condurre delle perdite per entrambe le parti, e che pertanto se tale strada dovesse essere realmente portata avanti, non produrrebbe nulla di giovamento per gli USA. C’è chi sostiene che in realtà anche questo tentativo sia una prova di forza comunicativa da parte di Trump, che vuole tendere la corda – senza spezzarla – al fine di ottenere delle condizioni migliorative per quanto attiene gli accordi di libero scambio che interessano maggiormente all’economia USA. Sarà realmente così?