Dopo la venuta di san Dionigi l’Aeropagita a Crotone per convertire al Cristianesimo, nasce la prima Chiesa crotonese e la Cattedrale, oggi Basilica Minore, che custodisce la sacra Icona, per molti Achiropita, della Madonna di Capo Colonna risalente al VI secolo dell’era cristiana. Secondo F. Lenormant, nella sua La Grande Grecia, il primo vescovo della Chiesa crotonese sarebbe stato Flavianus che visse sotto il pontificato di Virgilio tra il 537 e il 555 e la stesso è confermato dall’Ughelli in Italia Sacra (Venezia 1722).
Invece Angelo Vaccaro nella sua Kroton (Cosenza 1966) riferisce di atti pontifici di Virgilio che indicano come vescovo di Crotone un tal Jordanes negli stessi anni e non pertanto Flavianus. Successivamente, nel VII sec. abbiamo come Pastori della Chiesa crotonese: Teodosio presente al Concilio Lateranense (649-655) indetto da Martino I; Pietro che aveva partecipato al Concilio di Costantinopoli (679-6809 sotto il pontificato di Agatone; Teatino che era andato al Concilio di Niceno per il Papa Adriano I e il vescovo Niceforo presente, nell’869, al Concilio di Costantinopoli col pontefice Adriano II.
La cronotassi episcopale continua con Filippo nel 1179 e così via fino ai nostri giorni con l’amatissimo Mons. Domenico Graziani. Della Cattedrale primitiva non sono visibili ruderi ma si pensa che quella attuale sia stata edificata sull’area dell’originaria come spesso è avvenuto altrove. L’edificazione della Cattedrale risale al XV sec. e restaurata successivamente dai vescovi: A. Lucifero (1508-1531), Niceforo Melisseno (1628-1635), G. Cavalieri (1822-1899) e ai nostri anni l’indimenticabile Pietro Raimondi. Oggi molti lavori di ristrutturazione dell’apside col sovrastante Crocifisso in terracotta dello scultore Giovanni Ranocchi di Roma e il portale bronzeo dell’artista crotonese Ludovico Graziani e di altre parti interne per migliorare l’efficienza ricettiva e acustica sono stati operati per volontà di Mons. Giuseppe Agostino.
Il frontespizio del sacro edificio ha un aspetto semplice e sontuoso nel contempo col suo stile neoclassico manierato. La chiesa si apre con tre portali in pietra, e quello centrale è oggi aggraziato dalla porta bronzea, come detto prima, e sul lato sinistro s’innalza al cielo la torre campanaria dello stesso stile e con cupola cuspidata. L’interno è a tipo basilicale ed in fondo alla navata di destra si trova la sontuosa Cappella della Madonna cosparsa di dipinti e rivestimenti marmorei, opere degli artisti Farinelli e Severino; inoltre una tela ad olio del Boschetto che raffigura la volontà mancata, nel 1519, dei Turchi di bruciare il Quadro davanti alla Torre del Martello ed una opera pittorica del De Falco del 1638 che ci mostra Crotone assediata ancora dai Turchi che si ritirano all’apparizione della Sacra Icona della Madonna nera sui muri di cinta.
Sempre all’interno si possono ammirare altre opere artistiche restaurate per volontà ancora del vescovo Agostino. Si tratta del quadro dell’Addolorata del pittore calabrese del ‘700 Domenico Basile e restaurato da Emanuela D’Abbraccio, la stessa che ha operato il restauro del seicentesco Crocifisso di Cutro; inoltre la tela del pittore crotonese Nicola La piccola Gesù che ritorna dalla disputa con i dottori e parla con la Madonna restaurata nel 1995 da Gianfranco Barbera.
Infine, nel 1993, la Cattedrale si è vestita a grande festa per accogliere migliaia di fedeli per commemorare il Centenario dell’Incoronazione della Madonna che avvenne il 7 maggio 1893. Il rito dell’Incoronazione ottocentesca ha visto la partecipazione dei Prelati: Camillo Sorgente di Cosenza, Bernardo De Riso di Catanzaro e Giuseppe Schirò vescovo di rito greco, tutti attorno al vescovo di Crotone Giuseppe Cavaliere. Il rito religioso di quel giorno è stato accompagnato dalla Orchestra Filarmonica di Napoli diretta dal Maestro Amitrano e fra gli orchestrali si son distinti il prof. Melillo del San Carlo di Napoli e il prof. Matarese del Bellini di Catania. Oggi quella corona aurea, consacrata da Leone XIII, ed arricchita nel 1935 da uno stellario di brillanti, dell’orafo crotonese Francesco Bisceglie, non esiste più, dacchè una notte del 1983 è stata trafugata e mai più restituita. Solo l’amore dei Crotonesi ha restituito alla “loro” Mamma , nel solo spazio di due anni, la corona, prezioso gioiello di fede, opera, ancora di un altro orafo crotonese, Gerardo Sacco.