E si contarono un’altra volta: chi c’era, chi non c’era. Com’erano cambiati. Nelle file del coro che intona il Te Deum s’indovina sempre qualche posto vuoto. Stringetevi o allargatevi: che sia riempito. Non a caso il Te Deum è l’inno del 31 dicembre: perché da un anno all’altro, si sa, non è scontat
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Capire le “donne di conforto” senza miti: memoria contesa e tribalismo antigiapponese
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