Probabilmente si tratta del primo ingresso della Chiesa Santa Maria de Plateische dava accesso all’antica cappella interna dedicata a Santo Stefano, Santo raffigurante sull’altare a firma del pittore Basile della scuola napoletana. “Con immensa gioia come Parroco – scriveva in una nota Don Matteo Giacobbe- insieme all’ Ufficio Tecnico Diocesano e al Comune di Cirò, diamo inizio ai lavori di restauro della nostra amata Chiesa Madre”. Un grazie in particolar modo- scriveva in una nota il parroco- va al nostro amato Arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta per aver preso a cuore da subito la nostra difficoltà pastorale; la CEI per aver posto attenzione al nostro paese e sostenendoci con un valido contributo. I lavori sono eseguiti dalla ditta “Varano costruzione S.R.L.” di Rocco e Pasquale Varano e, ai Direttori dei lavori :Architetti Giovanni Ciccopiedi, Nicodemo Gagliardi; e Vittoria Giardino. Cirò risplenderà presto anche con la sua Chiesa Madre- ha concluso Don Matteo. “La comunità tutta, l’intera amministrazione comunale- scrive in una nota il sindaco Francesco Paletta- si dovranno sentire orgogliosi di questo inizio lavori che rappresenta, me lo auguro, il preludio di altri e necessari interventi sui beni culturali, prima fra tutti il nostro castello”. Si tratta di un contributo devoluto dalla CEI per circa 600 mila euro a cui si aggiungono altri 180 mila euro provenienti dal bonus facciata, somme che porteranno al suo antico splendore l’antica Cattedrale dedicata a Santa Maria de Plateis, a cui vanno aggiunti i 30 mila euro provenienti dalle Royalty da parte dell’amministrazione comunale, e ai fondi reperiti dal parroco. Grazie dunque al parroco don Matteo Giacobbe che si è speso in prima persona per reperire fondi, riuscendo ad unire tutte le forze per rendere realizzabile questo immane lavoro che consentirà di restituire all’antica chiesa madre di ritornare al suo antico splendore. La chiesa era stata chiusa per le continue infiltrazioni dal tetto che lo aveva reso pericoloso per l’incolumità pubblica lo scorso 30 agosto del 2018. La Chiesa di Santa Maria de Plateis è la chiesa madre di Cirò. Si trova nel centro storico della cittadina dove probabilmente era attestata una preesistenza risalente al XIII-XIV secolo, edificio di culto costruito dagli abitanti che erano fuggiti dalla Marina l’allora Cremissa, per scappare dalle incursioni dei Saraceni. La facciata è composta da quattro colonne finte su un alto basamento che decorano l’ingresso. L’interno è a tre navate con un soffitto formato da finti cassettoni colorati di azzurro. Particolare anche l’altare maggiore realizzato in marmo policromo, decorato da disegni floreali di colore chiaro che contrastano con il fondo più scuro. La Chiesa subì varie disgrazie: nel 300 un saccheggiamento da parte dei Veneziani rubando due incensieri e un grande crocefisso d’argento; nel 1631 invece ci fu un incendio che distrusse gli arredi sacri; nel 1694 fu saccheggiata dai Turchi che il tabernacolo, calici, incensieri, croci d’argento e quadri; inoltre ci furono dei terremoti che la distrussero quasi totalmente. I lavori dell’attuale chiesa iniziarono nel 1837 e fu riaperta al culto nel 1843. All’interno vi si accede attraverso una scalinata. L’interno è a tre navate con transetto sormontato da una grande cupola affiancata a destra e a sinistra da altre due cupolette che formano una croce. La navata centrale è ritmata da una successione di robusti pilastri a sostegno delle arcate. In alto si trova lo stemma di Cirò. Dietro l’altare c’è il coro e da esso si accede a sinistra nella sala dell’antica Congregazione del Santissimo e a destra nella sagrestia. La navata destra ha tre altari quello di S. Antonio, della Madonna di Pompei e di S. Rita in adorazione ai piedi di Gesù. In fondo alla navata si può ammirare la cappella di S. Francesco di Paola, patrono e protettore di Ciro. A destra dell’entrata è stato posto il fonte battesimale e una statua dell’Immacolata. La navata sinistra presenta due altari: quello della Madonna del Carmine e quello dell’Addolorata con Gesù morto. Sul fondo della navata c’è la Cappella del Santissimo coperta da marmi pregiati e da mosaici. A sinistra dell’ingresso si trova una scala che porta sul campanile con in cima l’orologio. Una chiesa importante che attende dopo il suo restauro la sua riapertura , i cittadini e i fedeli attendono ormai da tre anni, un pilastro dell’architettura cirotana .
la cappella del S.S.fù restaurata da un nostro cittadino emigrato in America e che corrisponde al nome di FRANCESCO CONCI