
Nel corso delle degustazioni a cura di Luca Grippo, sommelier, wine journalist e giudice del Concours Mondial de Bruxelles, e Pasquale Porcelli, coordinatore della guida Prosit, dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino, è intervenuto il sindaco di Cirò, Mario Sculco, il quale ha voluto innanzitutto ringraziare gli organizzatori del Cirò Wine Festival per la “lodevole iniziativa incentrata sulla cultura del vino che qui a Cirò rappresenta l’identità storica di una comunità che è cresciuta insieme ai viticoltori nella salvaguardia e valorizzazione di una storia antica che ci rappresenta nel mondo”. Un saluto è stato rivolto dal primo cittadino al pubblico presente e ai giornalisti ospiti della manifestazione che nella prima settimana ha radunato sul territorio appassionati, amanti del vino e giornalisti enogastronomici nazionali e regionali. Manifestazione nella quale l’amministrazione comunale di Cirò ha creduto fortemente e per la quale si è impegnata a pieno titolo per la buona riuscita. “Attraverso questo cammino enoculturale – ha ribadito il sindaco Sculco – il Consorzio ci da la possibilità di far conoscere il nostro territorio ad una platea vasta di turisti ed appassionati. Qui l’agricoltura in particolare quella legata alla viticoltura è la prima fonte di economia sostenibile e grande occasione di sviluppo per la comunità che attorno al vino ha costruito il suo marcatore identitario per farsi conoscere. Ma Cirò – ha sottolineato ancora – è terra di grandi esperienze ed intelligenze: qui poeti, storici, scienziati hanno trovato terra fertile per produrre cultura. Ricordiamo tra tutti Luigi Lilio, ideatore del calendario gregoriano, Giano Lacinio (Alchimista del 500), Gian Teseo Casoppero(Umanista del 500), e San Nicodemo Abate da Cirò, monaco basiliano, che rappresentano per noi un grande attrattore culturale da accompagnare a tutto ciò che ci identifica e ci rende orgogliosi della nostra identità”. Cirò rappresenta la storia del vino. Nel borgo dei marinai e dei vignaioli, tra mare e colline, i viticoltori e gli agricoltori hanno alimentato una identità produttiva che oggi rappresenta la Calabria del vino in tutto il mondo. Qui è nata la prima Doc della regione che oggi vanta più di mezzo secolo di vita. In questo territorio il “Consorzio di tutela e valorizzazione dei vini Cirò Doc e Melissa Doc” ha riunito i produttori del vino storici, le giovani cantine, i viticoltori artigianali costruendo una importante rete di cooperazione che negli anni si è consolidata e oggi rappresenta una fetta importante della produzione vitivinicola calabrese. In questo territorio nei giorni scorsi turisti, appassionati, giornalisti del vino, wine lovers hanno incontrato le cantine aderenti al Consorzio, presieduto da Raffaele Librandi, e vissuto esperienze in vigna, cene a tema nei ristoranti di Cirò, tour tra cantine e vigneti che hanno permesso di conoscere da vicino areali di produzione e vignaioli. L’edizione 2022 del Cirò Wine Festival è stata celebrata con una dieci giorni di ampio respiro che ha avuto il gran finale lo scorso 10 agosto. A Madonna di Mare, nel suggestivo spazio dei Mercati Saraceni, alla presenza di numerosi banchi d’assaggio delle cantine :”Baroni Capoano, Brigante Vigneti & Cantina, Cantina Campana, Cantina De Mare, Cantina Malena, Cantine Greco, Caparra & Siciliani, Cataldo Calabretta Viticoltore, Cerminara – Fratelli di Cirò, Cote Di Franze, Cirò Vini Dell’Aquila, Enotria, Fezzigna Vignaioli dal 1957, Ippolito 1845, La Pizzuta del Principe, Librandi, Maddalona del Casato, Romano & Adamo, Salvatore Caparra Vini, Senatore Vini, Tenuta del Conte, Tenuta Renda, Tenuta Santoro, Vigneti Vumbaca”, accompagnate dalle proposte gastronomiche della special food box a cura di A Casalura e Lagust. Ad arricchire il momento di festa la musica dei Folkatomik, la band torinese nata nel 2019 che affonda le proprie radici all’interno del mondo della musica tradizionale, in particolar modo quella del sud Italia e del Sud del Mondo.