Cinghiali frenano la crescita di una pianta aliena molto invadente che sta letteralmente ricoprendo le dune della Marinella a discapito delle piante autoctone che vengono soffocate dal loro apparato radicale e dalla pianta strisciante che si estende ormai a dismisura senza alcun controllo sulle dune. Si tratta del Fico degli Ottentotti (Carpobrotus edulis (L.) L. Bolus. una pianta neofita invasiva originaria dall’Africa meridionale, introdotta in Europa nel 1680, e all’inizio del novecento fu utilizzata per stabilizzare le dune costiere e i bordi stradali. Infatti il motivo d’introduzione è di solito ornamentale, ma in alcuni casi finalizzato alla stabilizzazione delle dune e delle scarpate, incurante della sua invasione, con dimostrati impatti sulle comunità invase. Invadono principalmente le coste sabbiose, ma anche quelle rocciose. La loro vigorosa crescita porta al ricoprimento in breve tempo di ampie aree, causando la rarefazione delle specie autoctone. I fiori vengono impollinati da api e coleotteri. I frutti sono consumati da vari mammiferi selvatici che ne disperdono poi i semi, facilitandone l’invasione. La degradazione della lettiera prodotta da Carpobrotus porta ad una acidificazione del suolo, e sono grandi consumatori di elementi nutritivi e forti competitori per l’acqua, grazie all’esteso sistema radicale superficiale, a discapito delle piante autoctone che periscono, aumentando la probabilità di squilibri ecosistemici e di perdita di biodiversità, soprattutto negli ambiti costieri. L’abbondante produzione di piccoli semi pronti a generare nuove piante sono uno dei fattori che rendono difficile l’eradicazione della specie. Per questo motivo gli interventi volti ad eliminare questa specie devono essere ripetuti per diversi anni in maniera consecutiva. Per fortuna che ora ci pensano i cinghiali che si nutrono delle loro radici e foglie succulenti, estirpandole facendole seccare. Si possono vedere intere aree saccheggiate dove la pianta è seccata perché distrutta dai cinghiali. Almeno questi dannosi ungulati per vigneti, frutteti, uliveti , e orti, si rendono utili liberando questa pianta aliena dalle nostre coste. Nel territorio italiano negli ultimi decenni, ma solo in alcune Regioni, sono fortunatamente numerosi i progetti, finanziati anche con fondi europei, finalizzati all’eradicazione del Carpobrotus. Gli interventi si spera che possano poi essere estesi a tutto il territorio.
Vi ricordiamo che distruggono anche gli orti che la povera gente prova tutti gli anni a coltivare.