Quest’anno, la Pro Loco Luigi Lilio promuove il concorso fotografico de “U focareddu 2023”. I fuochi rionali verranno accesi, dietro autorizzazione per salvaguardare l’incolumità pubblica, la sera del 18 marzo, dove una commissione visiterà i fuochi rionali con una prima votazione, a mezzanotte verranno pubblicate le foto dei fuochi. Il fuoco che entro le 20:00 del 19 marzo avrà registrato più like, verrà premiato durante la manifestazione “U Cummitu” organizzato sempre dalla Pro-Loco presieduta da Emanuela Leonetti. Ritorna dunque l’antica rievocazione del “Cummito” la sera del 19 marzo in Piazza Pugliese con la distribuzione della pasta con degustazione di piatti tipici della tradizione. Sempre in piazza Pugliese alle ore 21 terminerà la manifestazione la Band musicale “Gli anni veloci”. Una iniziativa, quella per San Giuseppe, che vuole proporre e valorizzare l’importanza di una delle tradizioni della cultura popolare cirotana più importante quale appunto “i Focareddi e San Giuseppe”. Consiste nel bruciare oggetti e vecchi legnami, frasche, per lasciarsi alle spalle l’inverno e accogliere con gioia la nuova stagione. Nella tradizione popolare, era uso preparare in segno di devozione e ringraziamento, un pranzo, detto “U cummitu”, in onore di San Giuseppe. Il Cummito consiste nel fatto che la famiglia che aveva ricevuto qualche grazia particolare, invitava cinque persone povere: un vecchio (San Giuseppe), un altro (San Gioacchino), un giovinetto (Bambin Gesu’) e due donne (la Vergine Maria e Sant’Anna). Gli invitati al “Commitu” venivano serviti a piedi nudi dai membri della famiglia che offriva il pranzo, preparato con piatti a base di cinque legumi, maccheroni casarecci, pesce, baccalà, broccoli, asparagi e fritture miste. Finito il banchetto, e salutati gli invitati, che si titolavano di santi, ad ognuno di loro veniva offerto un pane fatto in casa, “u Paniceddu e’ San Giuseppe”. L’usanza di accendere il fuoco la vigilia di San Giuseppe nei rioni del centro storico, risale alla fine del 800, quando specie i contadini, per ringraziare e raccomandarsi al Santo, dovevano donargli qualcosa ; ma non avendo nulla da offrigli , ognuno portava dalla campagna un po’ di legna e frasche , che veniva accumulata davanti la chiesa omonima nel centro storico, per essere bruciata, la sera del 18 Marzo tra canti balli e intrattenimento gastronomico. I tradizionali Fuocherelli di San Giuseppe, diretti discendenti d’antichi falò, hanno origini perdute nella notte dei tempi che ogni anno, nell’equinozio di primavera, rievocano la leggenda propiziatoria dell’arrivo della Primavera, ma anche del spettacolare passaggio proprio in questi giorni del passaggio delle Gru(Grus grus ), sui cieli di Cirò. E’ un grande spettacolo osservare il loro volo mentre cantano annunciando la primavera. Proprio sullo stemma di Cirò c’è dipinta una Gru in vetta alle tre colline che protegge il popolo dall’invasore nemico, raffigurato da un serpente, afferrato tra gli artigli della fiera Gru. Dopo tutto nella tradizione popolare la gru è simbolo di buona fortuna e di buona salute, e come vuole la tradizione si accendono i fuochi propiziatori.