
Cirò – Rinvenuti 15 lastre di eternit abbandonati in area Sic delle Dune della Marinella, accanto al fossato della Ginestra bianca, incuranti dell’area di protezione di interesse comunitario per la sua straordinaria biodiversità di specie presenti. Le lastre abbandonate si trovano lungo una stradetta interna che parte dalla statale 106, ubicata tra le comunità di Torretta di Crucoli e Cirò.
Purtroppo l’area che dovrebbe essere recintata e protetta, oggi è alla mercè di tutti senza nessuna protezione. Si tratta di una discarica di rifiuti speciali e pericolosi, l’ennesimo immondezzaio a cielo aperto, nel bel mezzo della macchia mediterranea dove indefinibili ignoti hanno abbandonato tante lastre di eternit sfibrato. Sono materiali speciali e pericolosi per l’ambiente e per la salute pubblica.
Le campagne continuano ad essere sommerse impunemente da discariche di veleni ed è ancor più grave che queste deprecabili azioni avvengano anche in quei Comuni dove avviene la differenziata, dove plastica , vetro, e altri rifiuti sono abbandonati quotidianamente dietro la prima curva. Non si possono minimizzare situazioni pericolose per la salute pubblica, soprattutto per gli agricoltori che giornalmente lavorano nei terreni adiacenti a questi veleni silenziosi.
Tali gravi situazioni non sono solo dannose all’ambiente e all’ecosistema perché le fibre e le polveri di asbesto se inalate sono estremamente pericolose per la salute umana. Purtroppo sono ancora in molti, in troppi, quelli che continuano a ignorare le più elementari regole del vivere civile, e le conseguenze purtroppo, alla fine, ricadono su tutti, visto che la pericolosità è dovuto al fatto che respirandone la polvere, questa giunge nei polmoni dove permane per tutta la vita, determinando malattie letali.
Per fortuna con l’entrata in vigore della legge 257/92 non si possono più produrre materiali contenenti Amianto, ed in Italia la commercializzazione è proibita dal 1994. Purtroppo oggi il suo smantellamento anziché seguire le vie che la legge impone attraverso ditte specialistiche, proprio perché a rischiare è la salute pubblica, vengono buttate in aperta campagna incuranti del danno che arrecano alla collettività.





