
Alberto Genovese, condannato in via definitiva a sei anni e undici mesi per violenza sessuale e lesioni, è stato autorizzato dal Tribunale di Sorveglianza di Milano a svolgere attività di volontariato al di fuori del carcere. Questo passo rientra in un programma di giustizia riparativa volto a favorire il suo reinserimento sociale tramite un impegno attivo nella comunità.
Un coinvolgimento su più fronti
Secondo La Stampa, Alberto Genovese potrà uscire dal carcere di Bollate quattro giorni alla settimana. Tre di questi saranno trascorsi alla Casa della Carità, fondata da don Virginio Colmegna, dove si occuperà di accoglienza e supporto a persone senzatetto. L’altro giorno sarà dedicato alle attività nell’associazione Wall of Dolls, realtà che offre assistenza a donne vittime di violenza e promuove iniziative contro il femminicidio.
Un percorso significativo, non solo simbolico
Il tribunale e la direzione penitenziaria considerano questo incarico volontario in un centro antiviolenza un segnale di responsabilità: un’opportunità per chi ha sbagliato di confrontarsi con realtà legate alla sofferenza e al recupero. Non si tratta solo di scontare la pena, ma di iniziare un percorso di riparazione personale verso un impegno sociale concreto.
La Fondazione, un progetto parallelo per sostenere le famiglie
A margine di questo percorso individuale, la sorella di Alberto Genovese, l’avvocata Laura Genovese, ha avviato la Fondazione Laura e Alberto Genovese, un’iniziativa che offre supporto psicologico gratuito alle famiglie che convivono con problematiche legate alla tossicodipendenza. Il progetto, nato da un vissuto personale complesso, si propone di offrire ascolto, orientamento e strumenti pratici a chi affronta queste difficoltà spesso nel silenzio e nella solitudine.
Il contesto della pena e della disintossicazione
Dal novembre 2020, l’ex manager si trova nel carcere di Bollate dopo aver trascorso un periodo in comunità terapeutica per disintossicarsi dalla cocaina. A luglio scorso il suo istituto di pena ha approvato il permesso di svolgere volontariato esterno. Nel gennaio scorso, un primo grado lo aveva condannato a 15 mesi per un’altra ipotesi di violenza sessuale. La scarcerazione dovrebbe avvenire entro il 2027.




