
Chi ha conseguito la patente da meno di tre anni deve attenersi a una regola ferrea: niente alcol alla guida. La legge italiana, infatti, prevede per i neopatentati un limite alcolemico pari a zero grammi per litro di sangue. Significa che anche una minima traccia di alcol può comportare sanzioni severe, amministrative e penali.
A stabilirlo è l’articolo 186-bis del Codice della Strada, che si affianca all’articolo 186 — la norma generale sulla guida in stato di ebbrezza — introducendo regole ancora più rigide per alcune categorie di conducenti: chi ha la patente da meno di tre anni, chi ha meno di 21 anni e i conducenti professionali (autisti, trasportatori, tassisti).
Tolleranza zero: anche un bicchiere può costare caro
Per un neopatentato non esiste “una soglia di sicurezza”. Anche un valore minimo, come 0,10 g/l, è sufficiente per incorrere in una sanzione.
Secondo la normativa, chi viene sorpreso con un tasso alcolemico superiore a zero ma inferiore a 0,5 g/l è punito con una multa da 164 a 664 euro e la decurtazione di 10 punti dalla patente. Se, inoltre, il conducente causa un incidente, le sanzioni vengono raddoppiate e il veicolo può essere sottoposto a fermo amministrativo per 180 giorni.
Oltre 0,5 g/l, le pene diventano ancora più pesanti:
- da 0,5 a 0,8 g/l: ammenda da 708 a 2.833 euro, sospensione della patente da 4 a 8 mesi, decurtazione di 20 punti;
- da 0,8 a 1,5 g/l: scatta il reato penale con ammenda fino a 3.200 euro, arresto fino a 6 mesi e sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno;
- oltre 1,5 g/l: sanzione fino a 6.000 euro, arresto fino a 1 anno, sospensione della patente fino a 2 anni e confisca del veicolo se di proprietà del conducente.
In caso di rifiuto dell’alcoltest, le conseguenze sono equiparate alle più gravi: si rischia l’arresto, l’ammenda e la sospensione o la revoca della patente.
Il principio alla base della norma è chiaro: chi ha meno esperienza di guida deve garantire la massima lucidità e prontezza di riflessi.
Il Ministero della Salute e la Polizia Stradale ricordano che anche piccole quantità di alcol influenzano la percezione visiva, i tempi di reazione e la capacità di valutare le distanze. Per un neopatentato, che ha già un rischio di incidente statisticamente più alto, anche un bicchiere può trasformarsi in un pericolo concreto.
Negli ultimi anni le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli, soprattutto nei fine settimana e in prossimità dei locali notturni.
Molte prefetture e scuole guida hanno aderito a campagne di sensibilizzazione come “Guida sobrio” e “Se guidi, non bere”, volte a diffondere una nuova cultura della sicurezza stradale tra i giovani conducenti.
Nel 2025, inoltre, il nuovo Codice della Strada prevede l’introduzione obbligatoria, per i recidivi, del dispositivo alcolock: un sistema che impedisce l’accensione del motore se il conducente risulta positivo all’alcoltest.
Il messaggio che la legge vuole trasmettere è semplice ma fondamentale: mettersi alla guida richiede responsabilità assoluta.
Per i neopatentati, la “tolleranza zero” non è solo una norma, ma una regola di civiltà. Evitare di bere quando si guida significa proteggere se stessi e gli altri, riducendo drasticamente il rischio di incidenti e di tragedie sulle strade.




