E’ morto stamane, intorno alle 9:00, a Cosenza l’arcivescovo Giuseppe Agostino all’età di 85 anni. E’ deceduto nel Seminario di Rende, dove viveva da quando aveva lasciato la guida della diocesi di Cosenza-Bisignano. Nasce a Reggio Calabria, dopo aver compiuto gli studi preparatori al sacerdozio, il 15 luglio 1951 viene ordinato sacerdote. Parroco della chiesa di Maria Santissima Immacolata di Villa San Giovanni per circa due decenni, il 21 dicembre 1973 viene eletto alla sede arcivescovile di Santa Severina e alle sedi vescovili di Crotone e di Cariati. Viene consacrato vescovo l’11 febbraio 1974. Rinuncia a Cariati il 4 aprile 1979. Il 6 giugno 1998 viene promosso alla sede arcivescovile di Cosenza-Bisignano; rimane in carica fino al 18 dicembre 2004. L’arcivescovo Agostino ha anche seguito il processo di beatificazione dell’abate calabrese Gioacchino da Fiore, fondatore dell’Ordine Florense e ha introdotto la causa di canonizzazione di Gaetano Mauro, fondatore dei Pii Operai Catechisti Rurali. I funerali si terranno martedì 25 marzo alle 15.30 nella cattedrale di Cosenza.
Solidarietà
“Una grave perdita per la comunità cattolica e non solo. Una figura che ha lasciato un segno importante nella società crotonese, calabrese, meridionale, nazionale”. Così il presidente della Provincia di Crotone, Stano Zurlo. “Una personalità forte della Chiesa italiana e della Cei per l’impegno, la determinazione, il coraggio della sua azione episcopale”.
“Ci uniamo al cordoglio di tutti coloro i quali lo hanno conosciuto ed apprezzato nella sua vita terrena ed esprimiamo le più sincere condoglianze ai suoi familiari – scrive Salvatore Lucà di Confartigianato Crotone. Senza alcun dubbio una personalità importante non solo per noi che lo abbiamo conosciuto ma per tutta la Chiesa italiana. Un cattolico di spicco che ha inciso tantissimo nella nostra Comunità per la sua azione episcopale sempre e comunque coraggiosa e a favore dei più bisognosi”.
“La sua, è stata per la città di Crotone una delle figure più significative in un periodo difficile, in cui emergeva nella sua piena gravità il problema occupazionale conseguente alla dismissione delle fabbriche chimiche. Nei suoi venticinque anni di vescovato, Monsignor Agostino non ha mai fatto mancare la sua voce solidale e l’attenzione ai più deboli, fu protagonista vicino ai lavoratori e visse il suo vescovato con un grande impegno sociale e civile – scrive il PD di Crotone. Alla famiglia porgiamo la nostra vicinanza e siamo certi che la città saprà tributare a questo importante uomo di chiesa quel ricordo giusto oltreché doveroso per una presenza, la sua, che ha realmente lasciato un segno nella nostra comunità”.
“A nome di tutto l’Ateneo partecipo, con animo commosso, al dolore che ha colpito la Chiesa della nostra regione, per la morte di Mons. Giuseppe Agostino, indimenticato presule della Diocesi di Cosenza-Bisignano – le parole del rettore dell’Unical, prof. Gino Mirocle Crisci. Un autorevole esponente del clero calabrese, che ha saputo mettere in luce le sue straordinarie qualità umane e pastorali e il suo notevole valore intellettuale anche attraverso esperienze e responsabilità di rilievo nazionale, come la vice presidenza della Conferenza Episcopale Italiana. La comunità calabrese certamente conserverà un ricordo positivo del suo operato e dell’alto Magistero ecclesiale di cui si è reso protagonista, assumendo spesso posizioni coraggiose e difficile”.
“Con la morte dell’arcivescovo emerito Giuseppe Agostino, padre Giuseppe come amava farsi chiamare, la Calabria perde uno dei suoi figli migliori – afferma l’On. Nicodemo Nazzareno Oliverio. “Ho avuto modo di conoscere mons. Agostino, già da giovane impegnato nel laicato cattolico nel territorio crotonese. Il nostro rapporto si è consolidato durante la Sua lunga permanenza alla guida della Diocesi di Crotone-Santa Severina. In questa funzione pastorale, mons. Giuseppe Agostino, uomo di raffinata e vasta cultura, si è distinto nell’impegno a favore degli operai, nel momento di una drammatica de-industrializzazione della città pitagorica. Così come notevolissimo è stato il suo impegno contro i clan della ‘ndrangheta nel crotonese e per affermare i valori civili e religiosi della legalità. Agostino è stato un vescovo amato in tutta Italia, anche per il suo ruolo di vicepresidente della CEI. Si è sempre distinto per il suo spirito aperto, attento alla Persona, sapendo sempre guardare avanti, cogliendo con anticipo i segni della prospettiva e del futuro. Sono sicuro che da oggi i Calabresi avranno un Santo in più in Paradiso”.
“Se ne è andata, non solo una delle più importanti guide spirituali calabresi, ma anche uno dei più influenti intellettuali calabresi del secolo scorso”. Il presidente della III Commissione Sanità Salvatore Pacenza esprime il suo cordoglio per la dipartita di monsignor Giuseppe Agostino. “È ancora vivo negli abitanti di Crotone il ricordo del ruolo attivo svolto dall’arcivescovo Agostino nel momento di maggior difficoltà per questa città, allorquando le fabbriche spensero i loro motori a metà degli anni ’90. Monsignor Agostino, personalità forte e vicina alla gente, ha saputo interpretare in maniera eccellente il ruolo di pastore per l’arcidiocesi e quello di punto di riferimento per la vita civile del territorio. Commuove il ricordo del vescovo vicino agli operai in difficoltà. Nel 1993, infatti, monsignor Agostino scese in corteo assieme ai lavoratori dell’Enichem che protestavano contro la chiusura delle fabbriche e li spinse a chiudersi in preghiera assieme a lui, evitando da parte loro azioni di più radicale intemperanza. La notizia della sua dipartita colpisce nel cuore tutti coloro che, in 24 anni di servizio prestati presso la curia arcivescovile di Crotone-Santa Severina, hanno conservato un ricordo nitido e accorato di questo uomo di chiesa”.
“Ho appreso con profondo dolore la notizia della scomparsa di Monsignor Giuseppe Agostino e intendo esprimere i miei sentimenti di tristezza e di cordoglio per questa grande figura spirituale che oggi ci ha lasciati”, lo dichiara il deputato e segretario del Partito Democratico calabrese Ernesto Magorno, che ricorda come “Monsignor Agostino, già arcivescovo di Cosenza e Crotone, presidente della Conferenza episcopale calabra e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana è stato un grande Pastore ed uomo di Chiesa che ha saputo essere autenticamente vicino alla sofferenza degli ultimi, dei diseredati ed ha saputo, quando è stato necessario, assumere posizioni coraggiose di grande valenza civile rispetto ai mali che affliggono la nostra terra”.
“Affiora in me un grato ricordo di tutto ciò che ha fatto per la nostra Diocesi di Crotone-Santa Severina e per la nostra Calabria. La prima cosa che ricordo con emozione è il Sinodo (a cui anche io ho partecipato come rappresentante laico), da lui fortemente voluto per scuotere e rinnovare la nostra Chiesa particolare sulla scia delle istanze portate avanti dal Concilio Vaticano II. E’ stato quel momento un fermento di fede, di speranza e di comunione che ha lasciato sicuramente il segno in tanti che vi hanno partecipato, e anche per riflesso nelle varie Parrocchie, anche se c’è ancora tanto cammino da fare per attuare concretamente le istanze e gli obiettivi di quel Sinodo. La seconda cosa, che non potrò dimenticare, è il suo annuncio della Parola limpido, penetrante e incisivo, sempre teso a cogliere il contesto sociale concreto, a far sì che la nostra fede non fosse disincarnata ma testimoniata e credibile, legata vivamente alle varie situazioni concrete dell’uomo. La terza cosa è la sua vicinanza concreta al mondo del lavoro e la sua attenzione ai disagi delle famiglie che vivevano nella precarietà. Quarta cosa la denuncia, anche con documenti scritti, contro l’infiltrazione mafiosa che strumentalizza le feste patronali e la religione in generale. Quinta, ma non ultima per importanza, la sollecitazione a purificare la nostra fede da ogni forma d’ipocrisia e d’incrostazione paganeggiante, mirando a mettere al centro di tutto la Pasqua di Cristo, Via, Verità e Vita, da cui tutto s’irradia, prende luce e consistenza” commenta il prof. Giacomo Barbalace.
Arcivescovo, Dio perdoni i vostri peccati e vi accolga tra le sue braccia. Accolga Voi, Monsignore, che in tempi non sospetti, e in occasione del possesso canonico da parte di un Grande come il Prof. Antonio Mazzone, mi definì cattocomunista, citandomi, estrapolati dalla sua ampia Enciclopedia, Franco Rodano, Adriano Ossicini, Augusto del Noce e Gianni Baget Bozzo, prima del suo “donarsi” a Berlusconi. Vi ricorderò, επίσκοπος, nelle mie preghiere serali, insieme ai Grandi Amici che affollano il mio cuore peccatore, un cimitero pieno di croci, che chiede perdono a Dio e agli Uomini.