La rete internazionale del terrore passa anche per l’Italia, inserita nella lista dei «Paesi bersaglio». L’attività di prevenzione si concentra sulla sorveglianza dei possibili obiettivi, ma soprattutto sull’analisi dei nominativi di «sospetti», persone coinvolte nelle inchieste o comunque finite sotto controllo per contatti e frequentazioni con ambienti jihadisti . Un quadro di situazione che fa dire al ministro dell’Interno Angelino Alfano: «L’Italia è esposta all’insidia terroristica per consistenti ragioni, la prima delle quali è rinvenibile nel privilegio di ospitare la massima autorità del cattolicesimo; per la vocazione atlantista del nostro Paese e per la sua tradizionale amicizia con gli Stati Uniti d’America».
Alfano parla della minaccia terroristica di fronte a una Camera incredibilmente semideserta. Ribadisce che «tra le 53 persone finora coinvolte nei trasferimenti verso i luoghi di conflitto, che hanno avuto a che fare con l’Italia nella fase della partenza o anche solo in quella di transito, quattro hanno nazionalità italiana. Tra loro, secondo quanto riporta ‘IlCorriere’, ci sono il genovese Giuliano Delnevo, morto in combattimento ad Aleppo, e un giovane marocchino naturalizzato, che si trova attualmente in un altro Paese europeo. Gli altri due italiani sono Giampiero F., 35 anni, e Maria S., 27 anni. Lui è nato a Reggio Calabria ma è cresciuto a Bologna e lì è diventato un «seguace del Califfo». I familiari ritengono che sia in Siria, ma non è esclusa la possibilità che sia entrato in Iraq e sia tuttora detenuto lì. Lei è invece nata a Torre del Greco, in provincia di Napoli, ma si è trasferta a Inzago, nel Milanese, dove ha sposato un marocchino che l’ha convertita e rinominata Fatima. L’ultima traccia l’ha lasciata su un volo Roma-Istanbul, ma dalla Turchia sarebbe poi entrata in Siria.




