A comunicarcelo è Antonella Cristiano del Liceo Classico “D. Borrelli” di Santa Severina.
Il 20 ottobre, i ragazzi del Borrelli hanno incontrato Bruno Palermo, giornalista professionista e scrittore, un incontro voluto dai docenti per riflettere sulla realtà in cui viviamo, ma che molte volte ignoriamo, volutamente, e da cui tendiamo ad escluderci, spesso, banalizzando tutto ciò che accade intorno a noi.
L’autore apre l’incontro facendo parlare i ragazzi, “i ragazzi hanno bisogno di parlare”, dice. Risponde alle loro domande incoraggiandoli a non fermarsi mai alle apparenze, ad avere sete di verità e di giustizia. Il titolo del libro “Al posto sbagliato”, spiega l’autore, non è altro che una provocazione suggerita da Giovanni Gabriele, il papà di Dodò, morto in un campo di calcetto a soli 11 anni perché, secondo alcuni, in quel momento si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato, come se un campo di calcetto possa essere considerato un posto sbagliato per un bambino di quell’età.
“Non c’è un posto sbagliato, non c’è un momento sbagliato, semplicemente perché non esiste un luogo sbagliato per una vittima innocente, al posto sbagliato, al momento sbagliato ci sono sempre e comunque gli assassini, i mafiosi, i criminali.”
È così che Bruno Palermo inizia il suo libro “Al posto sbagliato”, finalista al premio Mattarella 2016 la cui cerimonia di premiazione si terrà a Roma il 20 e il 21 novembre. Il libro racchiude 108 storie su bambini vittime di mafia, coprendo un arco di tempo che va dal 1896 al 2014. Vittime innocenti, ma non al posto sbagliato bensì strappati alla loro vita quotidiana, tranquilla, a quella vita che ogni bambino ha e ha il diritto di avere.
“Senza parole” sottolinea Luigi Ciotti nella prefazione del libro, un libro che lascia senza parole, che mostra un lato violento di questa Calabria, di questa Italia, e , soprattutto, ci mostra non solo il dolore della morte, ma quanto sia importante la vita di ogni singolo essere vivente e la vita di ogni bambino, perché “uccidere i bambini è uccidere il futuro del proprio paese”.
Bruno Palermo ha incantato i ragazzi del Borrelli con la sua volontà e la determinazione nel ‘fare memoria’ per usare un motto di Libera. I criminali, non hanno onore, “Ditemi che onore ha un uomo che chiama per nome un bambino di 11 anni, lo fa girare e gli spara in fronte! Le mafie hanno una sola morale, l’arricchimento di se stesse”.