Nelle settimane scorse su il cirotano.it scrivevo dello strano destino che insegue i ruderi del parco archeologico di Crotone – Capocolonna! Qui si scava continuamente, si restaura e si conserva interrato. Come dire che si sprecano notevoli risorse pubbliche per nulla. Tutto torna sottoterra. Nessuna fruizione per studiosi, curiosi e turisti. È quel che sta accadendo ancora una volta sul promontorio lacinio.. Era già successo nel 2003. Sto parlando del famoso “mosaico” scoperto nel 1910 dall’archeologo Paolo Orsi e giustamente, all’epoca, reinterrato per proteggerlo dalle intemperie naturali e dalle orde vandaliche. Riportato alla luce, per la seconda volta, nei giorni scorsi, per verificarne lo stato di salute e curarlo per essere nuovamente interrato. Si tratta del prezioso pavimento mosaicato con i delfini facente parte di un ampio edificio termale di epoca greco-romana che si trova posizionato davanti alla chiesetta-santuario della Madonna di Capocolonna. Stesso lavoro e sorte interessa anche gli intonaci presenti nell’area termale. Il famoso mosaico, per fortuna, è visibile solo in fotografia tratta da un disegno realizzato, all’epoca, dallo stesso Orsi. Altrimenti buio! È un pavimento a mosaico policromo così descritto: decorato con una fascia esterna a meandro che cinge una seconda bianca con iscrizione di dedica dei duoviri Lucilius Macer e Anneus Traso, che edificarono il complesso; due fasce nere con fascia mediana decorata a cirri incorniciano l’emblema con rombo centrale, decorato a scacchiera, inscritto in un quadrato con quattro delfini negli spazi angolari. Continuiamo a sprecare risorse pubbliche senza utilità! Cui prodest? Insomma Beni culturali che vanno continuamente sotto terra senza possibilità che vengano fruiti, giorno per giorno, da studiosi, curiosi e turisti. Ma altrove è possibile! Perché a Crotone no!? Altrove, in ogni parte della Penisola, in un modo o nell’altro particolari reperti archeologici sono al belvedere di tutti. Un esempio su tutti: i mosaici romani della Reggio Emilia del console Emilio Lepido son ben esposti a Palazzo San Francesco sede dei Musei Civici. Qui, come da foto, sono in bella vista, alle pareti e sul pavimento, mosaici, grandi e piccoli, della romana Regium. Perché qui, a Pompei e altrove è possibile? A Crotone no! Qualcuno ce lo vuole spiegare, di grazia?