Un’autodeterminazione senza limiti della donna sostenuta da un femminismo antagonista contro l’uomo ha favorito un disequilibrio nella società, che ha avuto un riverbero negativo in tutti gli ambiti a cominciare da quello familiare che è stato decostruito scientificamente nelle sue basi. L’autodeterminazione senza limiti che come Lega Crotone disapproviamo è quella che propizia la vergognosa pratica dell’utero in affitto, pratica vietata un mese fa anche dalla Cassazione anche se gratuita, sancendo l’indisponibilità del proprio corpo.
Una certa sinistra tende a propiziare dal ‘68 una lotta tra i sessi che vede la donna contrastare in modo rancoroso l’uomo. La Lega di Crotone, al contrario, esprime la necessità di un’alleanza tra l’uomo e la donna per porre le basi a favore di una società a misura d’uomo. Se la sinistra è propensa ad accettare che la donna sia trattata da “incubatrice” per favorire l’egoismo di alcuni; così come intende eliminare i termini “papà” e “mamma” cari alla nostra civiltà e alla nostra antropologia per sostituirli subdolamente con i termini “genitore 1” e “genitore 2”. La Lega di Crotone è evidentemente contraria alla violenza perpetrata da chiunque commessa e ritiene che i cd. “femminicidi” come anche i cd. “maschicidi”, che sono evidentemente da condannare, sono la conseguenza di rapporti familiari sempre più labili e basati sulle emozioni.
Caro Giancarlo,
l’autodeterminazione non può conoscere limiti di genere, ma solo quelli generali previsti dalla legge, validi per tutti, a prescindere dal sesso.
Fatta questa precisazione, si può concordare con la critica dell’antagoniosmo in ambito familiare – da qualunque parte esso venga, anche da quella maschile – e con la condanna dello svilimento dell’istituzione familiare e della mercantilizzazione del corpo femminile.
E’ certo, comunque, che temi così delicati non possono essere ridotti a slogan o ad espressioni sintetiche da volantini, perchè così si provoca una reazione uguale – nella contratta manifestazione dei contenuti della discussione, quindi nella forma – e contraria – nel merito delle posizioni sui temi in discussione, quindi nella sostanza -, che non apporta affatto contributi nella direzione della creazione di un equilibrato sviluppo sociale.
Da una parte e dall’altra bisognerebbe invece prendere atto che ci sono ragioni che, pur contrarie al punto di vista che personalmente si ritiene giusto, hanno bisogno di essere salvaguardate.
Mi pare, però, che il momento attuale non sia quello delle discussoni pacate e della riflessione quanto, piuttosto, quello del disprezzo delle differenze, di qualunque genere esse siano.
Fermiamoci ed invertiamo la rotta, prima di fare danni seri.