
Cirò – La grave crisi economica e sociale che colpì la Calabria alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo spinse molte persone a cercare fortuna altrove, una delle mete dei cirotani fu il Brasile. Ed è proprio nei giorni scorsi che dal Brasile una giovane coppia è giunta a Cirò in cerca di parenti di suo nonno Giovanni De Bartolo, nato a Cirò il 20 /02/1882, emigrato all’età di 20 anni nel 1902, quando lasciò la sua amata Cirò per seguire il flusso migratorio di quel periodo, in cerca di lavoro, morì in brasile il 14 febbraio del 1955 dove si era coniugato con Paulina Fabbri. I portoghesi per facilitarne la pronuncia il nome Giovani De Bartolo fu successivamente adattato in João De Bartolo.
A cercare a Cirò il suo bisnonno Saverio De Bartolo, la moglie Isabella Capalbo e i suoi parenti, oggi è il suo pronipote Alvaro figlio della signora Nilza De Bartolo, figlia di Ernesto De Bartolo di Giovanni De Bartolo, e a sua volta figlio di Saverio De Bartolo il suo bisnonno. Oggi solo Alvaro e la moglie Beatrice, hanno lasciato il Brasile, e vivono a Londra dove lavorano, sono entrambi docenti, di sostegno lei , Filosofo ed informatico lui.
Ospitati presso il B&B San Nicodemo, nel centro storico a Cirò, nei giorni scorsi, hanno incontrato alcuni amici e parenti diretti discendenti dal suo bisnonno, proprio con un lontano cugino che porta il nome del capostipite Saverio De Bartolo, con cui hanno brindato e festeggiato per tutta la serata. Sono tanti gli errori di trascrizione dei cognomi, una volta i certificati venivano trascritti a mano, e capitava spesso che componenti dello stesso nucleo familiare, si ritrovavano con i cognomi che differivano per l’ultima vocale, come in questo caso De Bartolo e De Bartoli, ma l’origine risulta essere appartenente allo stesso nucleo familiare De Bartolo, cognome molto diffuso a Cirò.
Ma nonostante la lontananza e l’essere vissuto tra il Brasile e l’Inghilterra, l’amore per la propria terra di Calabria, per i suoi cibi, le tradizioni, le persone, e per il Santo nativo di Cirò San Nicodemo Abate, rimangono innate, tanto che Alvaro e la moglie Beatrice, hanno voluto visitare oltre i luoghi di origine del loro bisnonno, anche ristoranti dove, hanno potuto deliziarsi di cibi autoctoni, ammirare il castello, i musei, le chiese, in modo particolare la chiesa di San Nicodemo Abate, sempre presente nei ricordi di suo nonno e bisnonno, trasmessogli dall’amore per la sua terra d’origine.
“Sono partito con un bagaglio vuoto e torno a casa pieno di ricordi, nella speranza di ritornare anche in futuro– ha commentato Alvaro prima di ripartire, felice di raccontare tutta la bellezza di Cirò ai suoi parenti in Inghilterra ed in Brasile.”
Nel 1902, come parte del più ampio fenomeno dell’emigrazione italiana, molti calabresi lasciarono la loro terra per il Brasile, attratti dalla promessa di lavoro e migliori condizioni di vita. Questa ondata migratoria fu significativa, con il Brasile che divenne una delle principali destinazioni per gli emigranti italiani, insieme a Stati Uniti, Argentina e altri paesi europei.
La grave crisi economica e sociale che colpì la Calabria alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo spinse molte persone a cercare fortuna altrove.
Il governo brasiliano, desideroso di popolare il paese e incentivare lo sviluppo agricolo, promosse l’immigrazione, offrendo terre e lavoro, soprattutto nel settore agricolo.
Molti calabresi si stabilirono nelle regioni meridionali del Brasile, come San Paolo, Minas Gerais, Espírito Santo e Rio Grande do Sul, dove fondarono comunità e contribuirono allo sviluppo economico e sociale del paese.
L’emigrazione dalla Calabria verso il Brasile fu un fenomeno di massa, con migliaia di persone che lasciarono la regione in cerca di un futuro migliore.
I viaggi in nave erano lunghi e difficoltosi, e gli emigranti affrontarono inizialmente dure condizioni di lavoro e vita nelle piantagioni e nelle città brasiliane.
Nonostante le difficoltà, gli emigranti calabresi si integrarono nella società brasiliana, portando con sé la loro cultura, tradizioni e cucina, contribuendo alla ricchezza culturale del paese.
Oggi, il Brasile ospita la più grande comunità di italo-discendenti al mondo, stimata in circa 32 milioni di persone, che testimoniano il forte legame tra le due nazioni.Il 21 febbraio si celebra in Brasile la Giornata Nazionale del Migrante Italiano, in ricordo dell’emigrazione italiana e del contributo degli italiani alla storia e alla cultura del paese.





