“Qualche mese fa il “vetusto” (?) grande cancello del Cimitero cittadino è stato rimpiazzato da un differente manufatto, immaginiamo, forse più funzionale alle esigenze della Città. Per la verità farebbe anche piacere conoscere quali considerazioni abbiano indotto l’Amministrazione comunale a sostenere detta gravosa spesa e soprattutto essere informati di quale sia stata la sorte toccata alla storica e “vetusta” cancellata la cui sorte attendiamo di conoscere dai documenti ufficiali” – scrivono in una nota congiunta il Consigliere Comunale, Fabrizio Meo e il presidente dell’associazione Democrazia Orizzontale, Saverio Marafioti. “Sta di fatto che a tutt’oggi neppure una richiesta d’accesso agli atti prodotta dal sottoscritto in qualità di consigliere comunale che pure doveva essere obbligatoriamente evasa nel volgere massimo di tre giorni, a distanza di due mesi, ha potuto fornire una risposta a un tale interrogativo. Ciò che però maggiormente inquieta è stata la mancata ricollocazione sulla moderna cancellata della Croce Cristiana che da sempre ha accolto i nostri defunti nell’ultima dimora. Una tale omissione non pare sia stata il frutto del caso né di una dimenticanza. Quale Consigliere Comunale ho potuto io stesso accertare che tale avvenimento sia la premeditata conseguenza di una precisa scelta di “laicità”, per come ha avuto modo di spiegarmi il preposto dirigente ai lavori pubblici a riguardo interpellato, vedremo se nei prossimi giorni il Sindaco della nostra città si farà egli stesso portavoce di una posizione tanto “avanzata” e vorrà impartirci pure lui qualche lezione di laicità. Davvero perciò non si comprende chi si pretenderebbe tutelare privando l’ingresso del cimitero cittadino del simbolo della Cristianità”.
L’episodio della bara in fiamme
“In ogni modo – continuano Meo e Marafioti – per meglio comprendere la deriva nichilista che stiamo subendo in questi anni si consideri che soltanto l’anno passato ho presentato interrogazione al Sindaco ed una denunzia alla Procura della Repubblica con la quale evidenziavo che a pochi metri dal muro di cinta del cimitero era stata data alle fiamme una bara da poco oggetto di estumulazione, all’evidente scopo di spogliarla del metallo pregiato (ottone). I Carabinieri prontamente intervenuti confermarono purtroppo che sicuramente era stato dato alle fiamme quantomeno il coperchio di una bara. Ebbene non mi risulta che l’Amministrazione comunale si sia mai seriamente interessata a quest’episodio non fosse altro che per domandarsi come sia stato possibile bruciare una bara a pochi metri dal muro del Cimitero; di come sia stato possibile che nessuno dei dipendenti comunali preposti si sia accorto di nulla; del perché nessuno avesse notato una colonna di fumo che ho avvistato io che pure abito ad oltre un chilometro dal luogo del rogo; né tantomeno, a tutt’oggi, nessuno si è degnato di rispondere alla mia interrogazione che di questi fatti invocava spiegazione. Ma quello che anche in questo caso preoccupa maggiormente è certamente l’apparente apatia mostrata di fronte ad un sacrilegio che rasenta il cannibalismo”.
La scuola ‘cancellata’
“Su un versante certo molto differente uguale se non maggiore apprensione – proseguono Meo e Marafioti – suscita la facilità con la quale la Scuola cattolica del Sacro Cuore nel breve volgere di qualche giorno è stata cancellata e persino condannata all’oblio, una scuola che pure vantava una tradizione centenaria e che rappresentava un valore per tutti i crotonesi, per come attestato dalle migliaia di firme raccolte dal Comitato per la salvezza del Sacro Cuore, ha ugualmente visto decretata la sua fine a dispetto di ogni logica. Non mi rimane a questo punto che rivolgere un appello alla Chiesa di Crotone perché voglia su questa condizione generale di deriva etica spendere ufficialmente una parola”.