“Le Facce della Violenza, riflessioni sulla Legalità – il Ruolo della Società civile, della Scuola, della Famiglia e delle Amministrazioni” questo l’importante appuntamento, promosso e fortemente voluto dall’Amministrazione comunale, in particolare dal vice sindaco Fortunato Strumbo, che ha visto confrontarsi avvocati, giornalisti e istituzioni. L’evento svoltosi, presso il centro servizi Filottete in zona Cappella a Cirò è accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Crotone, la cui partecipazione ha attribuito n.2 crediti formativi.
Tra i relatori intervenuti il Generale Luciano Garofalo (ex Comandante RIS di Parma), il Giornalista Carmelo Abbate; il fratello di Maria vittima di Mafia Vincenzo Chindamo; il Presidente della Provincia di Crotone Sergio Ferrari. A moderare l’incontro il Presidente Nazionale dell’Associazione Penelope Nicodemo Gentile di Cirò nonché penalista ed esperto in Diritto dell’Immigrazione iscritto all’Albo degli Avvocati dell’Ordine di Perugia.” E’ un incontro importante questo che si svolge nella mia terra, difronte a tanti amici e parenti, e davanti ad una kermesse di alto valore culturale- ha detto l’avvocato Gentile –è un cambiamento culturale quando gli uomini parlano di violenza sulle donne. Oggi abbiamo diverse forme di violenze come le nuove forme di violenza verso le amministrazioni, in Calabria se ne sono registrate ben 51 episodi, ha detto il moderatore”.
A fare da padrone di casa il sindaco Mario Sculco, nel ringraziare la forte presenza di militari, avvocati, e l’elevato spessore dei relatori, ha chiesto si di partire dalla realtà di tutti i giorni, dei numerosi problemi che affligge la comunità, senza però dimenticare il passato in quanto terra di scienziati da Luigi Lilio a Giano Lacinio, a Gian Teseo Casoppero, ma anche terra di Santi come il nostro Patrono San Nicodemo Abate di Cirò. Oggi la legalità è espressione di bellezza, bisogna vivere nel rispetto delle leggi– ha concluso Sculco.
“Le facce della violenza sono tante, una di queste è la violenza psicologica che è difficile sradicare perché lei stessa non sa di esserlo, logora piano piano la mente della vittima, che molto spesso non ha i mezzi per scappare , perché non è economicamente indipendente”- Ha detto l’avvocato Battigaglia dell’ordine di Crotone nel portare i saluti della presidente Caterina Marano. Molte volte è dovuto-prosegue- alla mancanza di cultura e mancanza di rispetto. Tutto deve partire da scuola e famiglia -per questo bisogna fare gruppo.
Della violenza contro le amministrazione ha portato testimonianza il sindaco di Cirò Marina nonché presidente della Provincia Sergio Ferraro-è importante che se ne parla ha detto- per diffondere questa consapevolezza, di un fenomeno che contrasta la ndrangheta: io ho denunciata non c’è altra strada, ma ho avuto lo Stato molto vicino, vivevo sotto scorta, la mia esperienza serva come esempio a tutti i colleghi sindaci. Gli atti di prepotenza vanno denunciati,- prosegue Ferraro- solo se agiamo insieme ce la possiamo fare, per questo bisogna essere liberi e per essere liberi bisogna studiare: solo la diffusione della cultura del bello in ogni cittadino ci farà indignare davanti ad ogni forma di violenza, poiché la legalità è il rispetto delle regole. Per questo- ha concluso Ferraro– “diffondiamo la cultura del bello, per combattere la illegalità dobbiamo farlo tutti insieme ognuno con il proprio ruolo verso il rispetto delle regole. Oggi la divisa è al nostro fianco, così come lo Stato: bisogna decidere da che punto stare, la ndranghita fa schifo, dobbiamo avere il coraggio di dare buoni esempi ai nostri cittadini”.
“Oggi gli amministratori sono sotto tiro, per aiutarli bisogna attivare un meccanismo positivo di legalità nei figli, nei vicini, nella società, occorre rivendicare i nostri diritti senza mendicare. Questo è il primo momento di forza, tutto ciò che circonda è nostro: il verde, l’autobus, la scuola, sono nostri e ci appartengono e dobbiamo custodirle” ha detto il giornalista Carmelo abbate”. Il fratello di Maria vittima di Mafia Vincenzo Chindamo ha parlato di come la violenza patriarcale e la ndrangheta abbia segnato la sua vita, anche se oggi i terreni della sorella parlano ancora di legalità un esempio di come si può combattere la dranghita. Dopo la morte di Maria avvenuta per mano della dranghita nel 2016 a Limbadi, una grande tragedia familiare, per sensibilizzare l’opinione pubblica di cosa è il malaffare, ha detto Vincenzo- “ho iniziato a parlarne nelle scuole, alle associazioni, nelle carceri, nelle parrocchie, la dranghita voleva mettere a tacere una donna per prendersi i suoi terreni, ma tutto si è trasformato in un momento di rinascita. Oggi le terre di Maria -prosegue- sono coltivate dall’associazione Goel , questo rappresenta il fallimento della dranghita- ha detto il fratello di Maria. Oggi si può sensibilizzare e confrontarci con tutti gli attori sociali come le scuole ma occorrono nuovi programmi diversi per i giovani per continuare a camminare per arrivare più lontani e competenti”.
Il Generale Luciano Garofalo ha spiegato di come nel tempo le indagini scientifiche nei confronti di oggi siano cambiate, indagini e prove che permettono di dare un volto attraverso l’identificazione di quella che appare una traccia invisibile. “Una dei nemici peggiore nelle indagini è la contaminazione della scene di un crimine- ha detto Garofalo. Bisogna lavorare seriamente con esperti senza tralasciare alcun dettaglio anche il piu piccolo, ha concluso il Generale- solo così si può combattere il crimine e dare un nome a quella traccia o indizio in questa terra ricca di cultura preda di chi cultura non è capace di esprimere”.
“La Calabria è strapiena di gente di cultura ma siamo spesso additati come dranghitisti- ha detto il parroco di Cirò Don Massimo Sorrentino. Qui c’è tanta gente colta, buona , brava , gente che lavora, e per evitare le insidie della criminalità, bisogna aiutare le scuole, le famiglie, spesso i nostri ragazzi non si sentono amati, abbracciati e questo fa si che spesse volte i giovani cadono nei loro sporchi tranelli”.