MELISSA – Una rete sociale composta da enti pubblici e privati a sostegno delle donne ospiti della Casa d’accoglienza ‘Domus’. Questo il tema affrontato nel corso del ‘tavolo di lavoro’ tenutosi mercoledì 20 giugno nei saloni dello stesso centro, ed al quale hanno partecipato, professionisti, dirigenti ed operatori del settore. Un’iniziativa definita degli stessi relatori ambiziosa, ed interessante. Un dibattito ricco di sollecitazioni e di prospettiva; l’obiettivo è quello di far nascere, dopo aver siglato un protocollo di intesa tra i vari attori, un ‘laboratorio’ di idee per rilanciare e migliorare la ‘rete’ dei servizi sociali territoriali. La ‘Domus’, gestita dalla cooperativa sociale Co.Ri.S.S., da anni accoglie soggetti, donne e minori, che vivono uno stato di disagio sia sociale che economico. Una delle poche strutture presenti nella nostra provincia che garantisce sostegno ed ospitalità a chi è in difficoltà. Ad aprire i lavori, moderati dal docente dell’Unical Giorgio Marcello, i saluti del ‘padrone’ di casa Salvatore Maesano, presidente della cooperativa, e del sindaco di Melissa, Gino Murgi. “Siamo onorati nell’ospitare questo incontro – ha detto il primo cittadino – anche perchè, quando ci sono iniziative che promuovono la persona siamo ben lieti di ospitarli. La Domus per noi è un punto di riferimento; siamo disponibili a dare tutto il sostegno per far crescere e migliorare questa struttura”.
Dopo i saluti, ha ripreso la parola, facendo una ‘fotografia’ delle utenti ricevute negli ultimi due anni, il presidente Maesano; dalla relazione è emerso, che la gran parte delle ospiti inviate dai servizi sociali del territorio, sono donne che hanno subito violenza in famiglia o vivono un disagio abitativo. Per il professor Marcello, le persone accolte, non devono essere un problema ma una risorsa per il territorio; costituiscono un appello per ognuno di noi a costruire una “società più accogliente”. All’intervento del docente dell’Unical, è seguito quello di Cesare Nistico, dirigente settore servizi sociali della Regione Calabria, secondo il quale le politiche sociali, devono essere restituite alle comunità locali (comuni e terzo settore), “Una rete, ha aggiunto, si può costruire solo se le comunità si governano da sole”. Quindi, sono intervenute, Isabella Ammirati del consultorio familiare dell’Asp di Cirò Marina, Teresa Potenzone del Centro di salute mentale cirotano, l’assessore provinciale Giovanni Lentini in rappresentanza dell’ente intermedio e Lino Fazio dell’Ater di Crotone. Secondo il presidente del Tribunale dei minorenni di Catanzaro, dottor Luciano Trovato, una casa d’accoglienza, deve sostenere il disagio, un sostegno che deve essere equilibrato, strutture che devono essere capaci di educare, osservare e proiettare al futuro. Tra i partecipanti al tavolo anche: le assistenti sociali sociali della Provincia di Crotone, Filomena Foresta e Angela Madarena, del comune capoluogo, Monica Faccioli, rappresentanti dell’Azienda sanitaria crotonese, Franca Pagliula e Ferramosca, Rosa Milano del CSM di Cirò Marina, Carmine Liotti sempre dell’Asp di Cirò, il segretario dei pediatri, Martino Barretta, tirocinanti ed esponenti di enti e associazioni del privato sociale. Nei prossimi giorni stesura e firma del protocollo d’intesa ed in autunno un nuovo incontro.