Una scommessa vinta: dal Gaglioppo ben otto cloni vincenti, è il laborioso risultato della grande ricerca sperimentale durata venti lunghi anni operata dalla famiglia Librandi, di questi otto vini clonali il 165, 80,164, 166, fra qualche anno, il tempo che le aziende vivaistiche li moltiplichino, saranno presenti in commercio a disposizione dei viticoltori ma prima devono essere iscritti nel registro nazionale delle Varietà di Vite. Infatti ancora ha detto Librandi- non esistono cloni selezionati da vitigni autoctoni calabresi registrati. Le varietà calabrese antiche recuperate fino ad oggi, prosegue Librandi- sono 289, di questi 77 sono rarissimi. Il vino ottenuto dalla vendemmia 2011 di questi 8 cloni è stato eccellente, degustati dal CNR di Torino dove hanno classificato come migliore il clone 165, mentre per la Calabria sono risultati migliori i ceppi 80 e 32, dove quest’ultimo affetto da virosi gli conferisce una carica di prodotto inferiore di 4 kg a pianta che ne esalta la qualità. “E’ un sogno riuscire a selezionare un grande clone di Gaglioppo e far conoscere i vini di Calabria nel mondo, solo attraverso la qualità dei vini si può conquistare il mercato ha precisato il prof. Nicodemo Librandi, dobbiamo fare gruppo e lavorare insieme, dalla potatura alla vendemmia, insieme dobbiamo seguire le fasi lavorative nella vigna, solo così si può lavorare con serietà ed avere risultati eccellenti. Gli otto cloni selezionati sono dunque il primo risultato di una lunga e serie sperimentazione partita nel 1993, ed è arrivato il momento –ha detto Librandi- di presentarli ai nostri viticoltori.
Nella serata di presentazione presso la caratteristica “Casedda” , alla presenza di numerosi viticoltori, e associazioni dei vignaioli, ed ospiti, ognuno ha potuto dare un voto a uno di questi otto cloni per colore, sapore, odori, e all’unanimità è risultato il migliore anche durante questa degustazione il ceppo 165, a seguire il ceppo 80 proprio come la selezione piemontese e calabrese. “La Calabria fino ad oggi non aveva alcun clone selezionato- ha detto nel suo intervento il presidente dell’associazione dei vignaioli Francesco Porti– si parla molto di sperimentazione, ma ad oggi non ho visto niente, l’unica azienda che lo ha fatto ottenendo dei grandi risultati è stata l’Azienda dei fratelli Librandi. Sperimentare, prosegue- vuol dire studiare e perderci del tempo: dal Gaglioppo dicevano che più di questo non si potesse ottenere, Librandi con la sua sperimentazione è riuscito invece ad andare oltre”. “In questi cloni, abbiamo lasciato tutta l’uva sulla pianta ha detto l’agronomo Davide De Santis- ottenendo un risultato che ha permesso di selezionare dei vini eccellenti per colore e sapori”. Presente alla degustazione anche il presidente della Cavic Aldo Scilanca. Dunque l’attività di selezione clonale su importanti vitigni autoctoni calabresi è in pieno svolgimento, grazie all’azienda Librandi, dal Gaglioppo al Magliocco al Pecorello. A livello nazionale ad oggi sono 22 i cloni omologati di ‘Nebbiolo’ iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di Vite, individuati nelle zone tipiche di produzione (Piemonte, Valle d’Aosta, Valtellina)), ora grazie all’azienda Librandi, anche la Calabria con il suo Gaglioppo ha i suoi cloni, vanto di una lunga ricerca scientifica sul campo, che da lustro a tutto il territorio. La serata è terminata con una cena di prodotti tipici rigorosamente cirotani con piatti tipici di eccellenza, preparati con rigore dal ristorante l’Aquila D’Oro, già pluri decorato a livello nazionale per la loro antica ricerca gastronomica sul territorio, quasi a voler rimarcare lo stretto connubio che esiste tra vino e cibo quando entrambi sono altamente superiori.