Con una lunga e articolata lettera inoltrata alle autorità competenti regionali, Presidente e vice presidente Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti e Antonella Stasi e agli assessorati ambiente e attività produttive, Francesco Pugliano e Stefano Caridi, il sindaco, Roberto Siciliani, interviene “in merito alle vicende connesse alla cessazione dell’attività mineraria di “Timpa del Salto” e alla conseguente cessazione dell’attività dell’impianto di depurazione e ricristallizzazione di Cirò Marina, in quanto Pertinenza Mineraria di Timpa Del Salto”, poiché ritiene che “una eventuale ripresa dell’attività mineraria, rappresenti per la collettività locale un’importante occasione di lavoro stabile per decine di addetti, circa 70 unità lavorative dirette più altrettante di indotto, (manutenzione, trasporto e servizi). Tutto ruota intorno alla definizione di Pertinenza Mineraria per quanto riguarda: 1) il salinodotto di 41 Km che collega l’area estrattiva di Belvedere Spinello con lo stabilimento di ricristallizzazione dello stabilimento di Cirò Marina; 2) lo stabilimento di ricristallizzazione di Cirò Marina comprensivo delle opere a mare di Punta Alice, per il caricamento delle navi che trasportano il sale prodotto. Il punto quindi è: se le opere di cui ai punti precedenti non sono Pertinenze Minerarie allora Syndial può alienare quanto di sua proprietà, senza alcun obbligo di dare conto se vende a chi e perché vende, nel rispetto della normativa vigente, o se, invece, sono Pertinenze Minerarie allora sono soggette alla legge Mineraria e, quindi: le aree e i beni soprastanti fanno parte del patrimonio inalienabile dello Stato e sono pertanto amministrate dalla Regione Calabria. Per sciogliere questi dubbi interpretativi, che comunque traggono sostanza dal Decreto legislativo 112/98, dal R.D. 1443 del 1927 e da successivi decreti ministeriali, che sono stati investiti e incaricati alcuni esperti in materia per un consulto “pro veritate”.
Quanto sinteticamente su detto nasce dal fatto, ci dichiara lo stesso Sindaco, che la Syndial è in trattativa con un gruppo americano per la vendita dello stabilimento e delle opere a mare, seguendo solo le procedure di gruppo per la “dismissione dei beni aziendali” Ma se la Miniera Timpa del Salto è iscritta nel registro immobiliare del Ministero delle Finanze essendo annoverata tra i beni indisponibili dello Stato e la gestione amministrativa, in attuazione appunto al D.L. 112/98 è stata affidata in quanto “bene minerario” alla Regione Calabria, e le sue pertinenze non sono beni aziendali che possono essere liberamente alienati, ma un bene minerario. Da ciò, prosegue nella sua lettera il Sindaco, Roberto Siciliani, “lo stabilimento di Cirò Marina ed il salino dotto sono, pertanto, opere pertinenziali della Miniera di Timpa del Salto e quindi rappresentano con la miniera una unità produttiva inscindibile per l’estrazione del sale, oggetto della concessione di sfruttamento del giacimento”. In sostanza, se la Syndial, concessionario uscente, vuole dismettere la produzione e/o alienare lo stabilimento in quanto la miniera sia esaurita, qualora non vi siano altre domande di concessione, deve provvedere direttamente al ripristino e alla messa in sicurezza anche ambientale di tutte le aree, pertinenze comprese, secondo un piano da concordare con le autorità regionali; nel caso in cui vi siano presso gli uffici regionali domande di rilascio della concessione Mineraria da parte di altro soggetti, vedi la “Locatelli”, e la regione voglia concedere l’attività estrattiva, allora il Concessionario uscente non può realizzare le opere di messa in sicurezza ma deve riconsegnare alla Regione tutte le aree ed i beni soprastanti utili e necessari per l’esercizio dell’attività mineraria, quindi anche le pertinenze. Quindi, ripristino delle aree interessate, bonifica, messa in sicurezza e garanzia di posti di lavoro. Un deciso no, da parte del Sindaco, nell’interesse della comunità locale, si legge nella lunga missiva, all’ipotesi che lo stabilimento venga “liquidato” come un qualsiasi bene aziendale e una urgente richiesta di intervento a salvaguardia degli interessi pubblici della comunità locale.