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Il modello urbanistico della strada trapezoidale a Soriano Calabro

Studio a raggi X del territorio sorianese di Nazzareno Davolos

byMimmo Stirparo
21 Marzo 2013
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Dopo lo studio sulla storia urbanistica di Crotone realizzata nella città pitagorica nel 2007, sotto la guida del compianto prof. Enrico Guidoni, in questo numero lo studioso architetto di Soriano Calabro Nazzareno Davolos ci offre il resoconto su uno studio effettuato nella sua terra natia. Si tratta di “Il modello urbanistico della strada trapezoidale a Soriano Calabro”, con ampia descrizione del rito pasquale che è la “Cunfrunta”, resoconto pubblicato nel 2008 in “Il tesoro delle città” dell’Editore Kappa di Roma., a complemento del precedente studio su “Il Convento domenicano e l’urbanistica di Soriano Calabro” (secoli XVI – XVIII) e pubblicato nella stessa Collana nel 2006. Sono studi, questi del Davolos, che costituiscono una sorta di raggi X degli anni e dei secoli che hanno visto l’incremento urbanistico, economico, sociale e di fede della cittadina sorianese attorno alla fondazione del primo convento domenicano voluto fortemente da questa comunità a seguito dell’apparizione, 15 settembre 1530, del “Quadro”, l’Icona achiropita e taumaturgica che raffigura San Domenico detto, da allora, di Soriano. Convento, la “Santa Casa” e considerato anche “l’occhio destro dell’Ordine Domenicano”, distrutto una prima volta dal sisma del 1659 e l’altro, più devastante, nel febbraio del 1783. Lo studio, oggetto di questa nota, si concentra, nel centro abitato, sulla via Roma realizzata in forma trapezoidale. Realizzazione che, principia Davolos, “ si può ritenere per ragionevole ipotesi conseguenza della volontà progettuale immersa nelle dottrine urbanistiche del XVII – XVIII sec. Il modello urbanistico di Soriano, uno dei caratteri peculiari della cittadina, indubbiamente era finalizzato a privilegiare determinati punti di vista e a creare una percezione dinamica dello spazio dove si svolge la vita collettiva.” Questo perché “nel Sei – Settecento la cultura urbanistica assimila pienamente le deformazioni prospettiche nella definizione degli spazi e difatti nel delinearne il profilo sicuramente il progettista si è avvalso di esempi, tra cui la piazza del Duomo di Pienza e la piazza del Campidoglio a Roma, che hanno contribuito maggiormente alla diffusione di tale modello”. Spiega Davolos “che il riferimento era il principio connesso alle accortezze per una ingannevole percezione della distanza del fondale e particolari avvenimenti religiosi si sono successivamente inseriti per utilizzare l’illusione di una più grande profondità spaziale.” Insomma “ si è delineato uno stretto legame tra una soluzione urbanistica divenuta comune e il contesto legato al folclore. […] La soluzione conferma la consuetudine in epoca barocca di inserire nel centro abitato uno spazio pubblico simile a un trapezio per valorizzare un fondale monumentale. La quinta architettonica è costituita da un prospetto dell’edificio più importante della cittadina, specificatamente dalla parte settentrionale del complesso conventuale di San Domenico, attualmente adibita a sede municipale”. Poi venne il terremoto e ci furono trasformazioni. “Il fondale odierno si definisce con la riedificazione del prospetto che sostituisce l’antica facciata, che si può osservare nella stampa del Miotte anteriore al 1783: il fronte è completamente intonacato e solamente il portale d’ingresso, che è rimasto nella posizione originaria, permetteva la comunicazione con la strada-piazza. Dopo il crollo del campanile della chiesa, elemento predominante del fondale, nei primi anni dell’800 il prospetto si arricchisce di paraste abbinate con basi in pietra, capitelli e trabeazione e della torre dell’orologio comunale che inizialmente non era in asse con l’arco del portale.” […] Lo studioso Gianni Vivenzio nella sua “Istoria e teoria de’ tremuoti in generale e in particolare di quelli della Calabria”, Napoli 1788, ci riporta che per il sisma del 1659 “Soriano restò eguagliato al suolo”; gran parte delle case sono state ricostruite seguendo probabilmente il tessuto preesistente. Quindi la configurazione attuale di via Roma rappresenta la modernizzazione edilizia del centro abitato di Soriano avviata tra la seconda metà del XVII e la fine del XVIII secolo e ne caratterizza il tessuto urbano regolare e modulare.” […] Anche dopo il sisma del 1783 nel riedificare le case si è seguito l’intento di mantenere la scenografia della via.” […] La particolarità del post sisma sta nel fatto che Soriano non è stata delocalizzata ma ricostruita sullo stesso sito “sia per le positive valutazioni degli ingegneri inviati dalla Cassa Sacra, sia per il ruolo centrale di scambio dei mercati e per la presenza del Convento. È documentato l’intervento di architetti romani o operanti a Roma giunti per la ricostruzione del Convento che potrebbero aver elaborato un disegno della strada o contribuito alla definizione dell’effetto dell’allontanamento-ingrandimento.

[…]I Domenicani coinvolgevano diversi artisti e probabilmente un architetto-urbanista con studi su simili tratti cittadini potrebbe aver suggerito l’idea della scena prospettica.” Il disegno della strada con l’espediente prospettico in modo da far apparire il monumento sia meno lontano che farlo sembrare di minore dimensione alla gente che andava incontro è quasi certamente maturato verso la metà del ‘600. […] Nell’impianto trapezoidale, il crollo della cupola e del campanile ne modificava il fondale [ed] era stata costruita una torre dell’orologio comunale spostata di quanto basta per dirigere lo sguardo delle persone che percorrevano la strada verso una divergenza.[…] La torre comunale successivamente viene posizionata […] con proporzioni più ridotte per permettere la visione del paesaggio retrostante e non interrompere l’orizzontalità del prospetto del Convento.[…] La cultura urbanistica ottocentesca modificava la visione della strada trapezoidale con l’abbellimento realizzato con due filari di alberi per ombreggiare e accompagnare il cammino dei viandanti e pellegrini.”. […] Certamente una felice comunione tra ambiente urbano, elementi architettonici e natura e ciò “consentiva la visione della facciata monumentale della chiesa nuova di San Domenico costruita nel 1839 sulle rovine di un chiostro”. […] Poi vennero le automobili e molto è cambiato nel sistema urbano e poi venne anche innalzato il palazzo della Biblioteca Calabrese all’origine sede dell’Ufficio delle Imposte Dirette che “impedisce la visione obliqua che si aveva della facciata della chiesa nuova rivolta verso l’abitato.[…] Attualmente l’impianto della strada mantiene l’apparente avvicinamento del fondale monumentale con la sistemazione prospettica che guida l’occhio dell’osservatore verso la porta d’accesso secondo lo schema a ‘cannocchiale’. I lati divergenti producono un effetto sulla percezione del fondale: la strada trapezoidale stabilisce un rapporto tra monumento e osservatore che tende a modificare la distanza apparente. […] Il perimetro della via probabilmente è stato tracciato nel corso del XVI secolo come ‘strada rettilinea con fondale monumentale’, in seguito mediante la sistemazione a forma di trapezio è stato reso altamente scenografico. L’ordine dei predicatori oltre a inserire il Convento tra la struttura urbana di Soriano Superiore [oggi Sorianello] e l’insediamento inferiore, ha creato un’estesa piazza per le prediche che prospettava sui due chiostri principali ed ha migliorato la strada per indirizzare i fedeli verso le parti più significative della chiesa, la cupola e la torre campanaria.” E non solo. Vi era anche la necessità di creare, per i commercianti dei tipici prodotti sorianesi, degli spazi di attrazione, quindi un paesaggio di forte valore artistico e paesaggistico tra il complesso conventuale, Sorianello e le varie chiese del centro abitato. Insomma “le motivazioni che presiedettero alla modellazione della strada trapezoidale rispondevano ad esigenze scenografiche” legate anche alle manifestazioni di religiosità così sentite e radicate nel territorio, particolarmente quelle della Settimana Santa, a partire dalla fine del XVIII sec., che si concludono, ancora oggi la domenica di Pasqua, con la cosiddetta “cunfrunta o affruntata”, l’incontro, molto vivacizzato dalle corse dei portantini delle statue come in una sorta di gara, tra la Vergine e il Figlio risorto e che richiama da tutto il circondario delle Pre Serre una vasta partecipazione. “ È un esempio – spiega Nazzareno Davolos – d’interpretazione popolare – religiosa dello spazio pubblico, del rapporto tra lo spazio urbano più importante dove sono posizionati gli edifici più rilevanti e le persone che vi risiedono.” Insomma “viene assegnato alla strada, oltre al ruolo centrale fisico del paese, anche quello sacro reso più manifesto con la teatralità popolare.” […] E giacchè “la manifestazione della ‘cunfrunta’ presenta dei punti di partenza e di arrivo, la forma trapezoidale che modifica la visione dello spazio reale è un espediente utilizzato per aumentare la vivacità. Le statue sono posizionate alle estremità della via, quella di Gesù risorto nel lato minore del trapezio e quella della Madonna nel maggiore. La statua di San Giovanni è posta in un vicolo ortogonale della strada da dove appare per comunicare la resurrezione a Maria.[…] In seguito le tre statue vengono rivolte verso il prospetto del Convento” perché, spiega meglio l’architetto sorianese , è “il senso che dà l’impressione di essere ad una distanza maggiore rispetto agli antagonisti che portano la statua di Cristo”. E quindi “con tale illusione, i portantini sono indotti a mantenere un’andatura più veloce per coprire la distanza che appare più grande mentre dalla parte opposta gli avversari hanno l’impressione di una apparente vicinanza”. Al postutto, si può concludere che la strada trapezoidale di Soriano, oggetto di questo studio, “può considerarsi un modello urbanistico molto riuscito” perché […] “sapientemente integrata nella vita religiosa – sociale” di Soriano.




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