“Ho imparato che le ustioni non sono provocate solo dal fuoco, ma esistono anche altri elementi che le provocano, a volte con effetti molto più devastanti, come ad esempio l’acido. Ho imparato che esistono realtà in cui l’acido viene usato come arma contro donne e bambini. Ecco perchè insieme abbiamo costruito Cute Project: non solo per ricostruire la pelle di quel bambino, ma per ricostruire la sua speranza, per ricostruire il suo futuro”. Così, Domenico Amodeo, spiega, la nascita di Cute Project. Amodeo, originario del piccolo centro abereshe dell’alto crotonese, è tra i fondatori e uno dei leader di questa lodevole iniziativa. Dopo essersi diplomato al liceo scientifico di Crotone, si trasferisce a Torino, dove inizia gli studi di ingegneria elettronica presso il Politecnico. Durante gli anni di università, si appassiona di design e comincia ad approfondisce alcune tematiche applicative relative alla progettazione industriale, in particolare nell’ambito delle metodologie e delle tecnologie avanzate in ambiente virtuale. Crea una società di design e communication, per occuparsi di comunicazione aziendale, di strategie di marketing e dell’applicazione delle nuove tecnologie nello stesso settore.
Cute, è un progetto, del quale fanno parte professionisti, volontari e trova genesi all’interno della “Fondazione Piemontese Studi e Ricerche sulle Ustioni Simone Tech Alasia ONLUS”, ha come obiettivo la formazione teorica e pratica del personale sanitario dei paesi in via di sviluppo, oltre, a istituire borse di studio, finalizzate a studi specialistici, nel campo chirurgia plastica ricostruttiva. Per finanziare le sue attività, il progetto, si avvale del sostegno e la collaborazione di alcuni enti come Torino Spettacoli, Corriere dell’Arte, ToroNews e altri sponsor, tra cui alcuni giocatori del Torino calcio e della Juventus, oltre a raccogliere fondi attraverso l’organizzazione di eventi e serate a tema. “L’acido su un bambino non provoca solo danni estetici, ma anche, e a volte soprattutto, funzionali: non può più aprire le braccia perchè incollate al corpo, non può più abbracciare; in altri casi non può più camminare o stare eretto, non può scoprire il mondo, altre volte non può più aprire le dita della mano, il che significa non poter più imparare a scrivere”. L’impegno di Cute project, dei suoi volontari e di questo giovane carfizzoto, stanno dando una speranza a chi vive questa drammatica realtà.