I Ciros nascono nel 1965 dal duo Nicodemo Malena e Nick Malena che insieme al Capo Mezzotero idearono la prima Rampa (Festival di canzoni). Nel novembre del 1965 al duo Malena si aggiunse Cataldo Amoruso, al basso e Salvatore Molinari, alla batteria. Il 12 febbraio del 1966 debuttarono al cinema Russo ottenendo un grande successo. Incominciarono a girare per i paesi della Calabria partecipando alle feste di piazza che procurava l’abile e bravo Giuseppe Seminara. In seguito, Salvatore Molinari, per un banale disguido, fu sostituito da Cataldo De Bartolo. Nello stesso anno Cataldo Amoruso compose la canzone “Un giorno triste”, il disco approdò alla Rai e veniva trasmessa dalla radio alle due del pomeriggio per circa un anno, e ciò aumentò la popolarità dei Ciros, poiché potevano sintonizzarsi alla radio ed ascoltare “Un giorno triste” in tutta Italia, così gli immigrati calabresi, diffusi in Lombardia, Piemonte, Liguria ed altre regioni potevano essere orgogliosi di ascoltare questo gruppo vocale di giovani cirotani. I Ciros parteciparono alla rampa del 1966, come ospite c’era Aurelio Fierro, col suo cavallo di battaglia “Lazzarella”, con “Guaglione” e “scapricciatelo”. C’era anche Tony Astarita che cantava “Core Spezzato”. Alla rampa del 1967 parteciparono Gimmy Fontana con “il Mondo” e Riccardo del Turco con “Luglio”- nel 1968 la protagonista della Rampa era Anna Identici. Nel 1967 Cataldo Amoruso con i Ciros incise un altro pezzo molto discusso all’epoca “Quella che cercavo” cantata da Rino Noce e un “Tipo come te” cantata da Gino Colicchio, due nuovi acquisti dei Ciros perché era andato via il bravo Nick Malena. Alla fine del 1968 Cataldo Amoruso e i Ciros approdarono a Roma al Night Club il Maxsim con una nuova formazione. Basso Amoruso, chitarra Franco Remo, organo Rino Noce, voce solista Gino Colicchio, che ormai aveva lasciato definitivamente i Ribelli di Celentano, alla batteria ritornò Salvatore Molinari.
A Roma i Ciros si esibirono in molti locali come il “2000”, “la Baita”, l’ex “Carosello”, “Il Pipistrello” suonarono al Piper applauditi da Rochy Roberts, Wess, Santino Rocchetti e l’affascinante Lola Falana, grandi applausi per Colicchio che si esibì con “Marghes” un pezzo di rhythme blus e Cataldo Amoruso per “Tornado” pezzo di chitarra solista virtuoso. Dopo tanto girovagare fecero un contratto di due mesi al Sant Moriz, un Night Club nei pressi di Via Veneto, poi partirono per Brindisi con una nuova formazione, al basso Cataldo Amoruso, alla chitarra Peppino Malena, alla batteria Demo Marolda, voce solista Salvatore Molinari e al pianoforte Ivan Straxtoric un pianista argentino di origine russa. Da Brindisi andarono a Taormina nel night “La Rupe” locale frequentato da gente del cinema. Dopo Taormina il gruppo avrebbe dovuto tornare a Roma, ma purtroppo il permesso di soggiorno di Ivan, il pianista, era scaduto ed il complesso si sciolse nel settembre del 1969. L’ultima apparizione dei Ciros fu nel 1983 con al basso Amoruso, alla chitarra solista Nick Malena, chitarra di accompagnamento Nicodemo Malena, organo Gino Alfì, Batteria Lino Cosenza, ospite era Donatella Rettore, quella sera c’erano quasi 20 mila spettatori. I Ciros non sono stati mai dimenticati sono ancora nel cuore della gente, forse perché alla fine ci ricorda la giovinezza, i lunghi giorni dei vent’anni. In ogni caso non bisogna farsi travolgere dal ricordo di ciò che è stato e ora non c’è più. La nostalgia valorizza il passato e ciò che si è fatto, mentre il rimpianto è un passato che non passa, la delusione di ciò che poteva essere e non è stato, la rabbia di non essere andati più oltre dalla Calabria. No, no, via il rimpianto altrimenti diventa ossessione. Ricordiamo I Ciros, compagni di strada della umana avventura, come un gruppo di giovani cantori che hanno attraversato e attraversano la vita con l’eleganza e la leggerezza di un funambolo. Recentemente sono stati premiati durante il Primo Premio Internazionale “Conoscere le nostre Radici”, per l’occasione si sono riuniti e dopo ben 45 anni hanno nuovamente cantato insieme, tra gli applausi e la commozione dei numerosi presenti.
Siamo in un territorio senza memoria storica…chi le racconta queste cose ai giovani di oggi?questi ragazzi non sanno nulla della loro splendida e sfortunata terra…siamo sempre stati esterofili…un pò di campanile non guasterebbe…anzi…perchè non rispolverare il festival della rampa e lanciare nuovi talenti locali?
Da ricordare il debutto dei Ciros alla “Pagoda”, locale in voga negli anni sessanta a Cirò Marina e da non dimenticare il contributo economico dell’avvocato Corrado Pugliese, in quel tempo sindaco di Cirò Marina e grande estimatore del Gruppo, che insieme alla moglie Nelly Brisinda organizzarono serate musicali indimenticabili.
Cataldo Amoruso