“La dignità nel Consiglio regionale calabrese latita, al contrario della presunzione ben presente nei banchi dell’Aula. Alle prossime elezioni regionali i calabresi faranno bene a ricordare chi hanno eletto al fine di non perpetrare, in futuro, sprechi e raggiri a loro discapito: ci riferiamo alla bocciatura del referendum riguardante l’abolizione dei vitalizi a partire dalla presente legislatura. Una bocciatura che è arrivata dopo un’infinita melina diretta a ridurre il tempo perraccogliere le firme necessarie (qualora il referendum fosse stato consentito) – afferma in una nota Sebastiano Barbanti del Movimento 5 Stelle. Le motivazioni addotte per bloccare la ricerca della democratica espressione del giudizio popolare sono – queste sì – espressione dell’antipolitica che ha creato nel nostro Paese – e soprattutto nella nostra regione – uninsanabile distacco dalla sua classe dirigente. La proposta di referendum è stata, infatti, giudicata “assolutamente inutile”, “di facile propaganda per il Movimento 5 Stelle”, “carente ed inammissibile”, addirittura “vana”. Possono essere, queste, motivazioni valide per negare ai cittadini di esprimere liberamente la loro opinione su una materia così delicata in un momento in cui si chiedono loro pesanti sacrifici? Sull’attuale impegno profuso dai consiglieri regionali calabresi è meglio tacere. A sancire la scadente qualità del loro lavoro c’è l’evidente stato di abbandono della Calabria, ultima in tutte le classifiche dal sociale all’economico, e sotto tutela in tutti i suoi settori cruciali (rifiuti, sanità, fondi europei).
Ma illuminanti sono alcune affermazioni dell’assessore Stillitani in ordine alle sue dimissioni: “In questo momento ricevo come indennità di consigliere regionale circa 8.000 euro netti al mese, e godo di tanti privilegi pur non svolgendo alcuna attività politica-amministrativa utile per il territorio.” […] “Mi trovo a disagio in un mondo dove ormaispesso si opera e si fanno scelte dettate da interessi di parte e personali e si privilegia l’appartenenza e la clientela rispetto alle capacità, un ambiente in cui prevalentemente si vota e si appoggia un uomo politico non perché se ne condividono le idee e le attività, ma perché si spera di ottenere qualche vantaggio e questo a discapito della Calabria e dell’Italia in generale”. La bocciatura è stata anche l’occasione per mostrare ai calabresi che in Consiglio regionale valgono gli stessi equilibri dell’inciucio che ritroviamo a Roma ed anche Idv, Fds e Scopelliti Presidente hanno giocato la carta ipocrita del venirci incontro pur consci sin dall’inizio dell’esito della votazione. Per il consigliere Damiano Guagliardi (Federazione della sinistra), “la proposta referendaria è strumentale e dobbiamo accettare la sfida dell’antipolitica e concedere ai cittadini di esprimersi liberamente”. Per il capogruppo di Italia dei Valori, Emilio De Masi: “Non possiamo cedere alle richieste degli apostoli dell’antipolitica”. Imbarazzanti le motivazioni dei consiglieri che hanno votato contro il referendum: Tonino Scalzo del Pd, prima parla di “volontà di continuare la battaglia sui costi della politica” e poi si pone il problema di “una vedova di un consigliere regionale che sarebbe duramente colpita da questo provvedimento”. Oggi, comunque, possiamo dire di aver perso una battaglia ma non la guerra: potremo fare di più dal di dentro. Intenzione del M5S sarà quella di lavorare per spodestare questa pessima compagine politica dal Consiglio Regionale della Calabria e ristabilire l’ordine delle cose, facendo entrare i cittadini nel Palazzo. Il tempo dell’inciucio sta avviandosi alla fine. I cittadini ci daranno ancora una volta ragione”.