“Torno ancora a parlare del Sant’Anna, croce e delizia, del sociale, della politica e delle più strane esternazioni di parte o d’infinite trovate cervellotiche per la sua continuità, tutte, però ad esclusiva immagine temporanea, ma, subito spente come una candela consumata troppo in fretta, senza portare a nessuna soluzione reale – scrive in una nota Gianfranco Turino dell’UGL Trasporto Aereo Calabria. Lo scalo di Crotone è una storia infinita di articoli stampa, di chiusure e aperture, ancora chiusure e nuove aperture, a partire da quel 10 ottobre 1979. Come sindacalista ho denunziato ogni atto che si consumava sulla pista Krotoniate sperando che i miei interventi potessero servire da scintilla, per smuovere il collettivo umano e portarlo a chiedersi il perché dell’altalena aeroportuale, spingendo per avere risposte e assicurazioni di continuità. Premetto subito una spiegazione, dovuta e necessaria, per coloro che non sono addentrati nelle specifiche del trasporto aereo, quando parlo di Manager Tecnico, non mi riferisco ad un esponente dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) neppure dell’ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo), figure dipendenti da enti di Stato, a cui tocca, comunque, il compito delle autorizzazioni e all’assistenza al volo e di controllo della regolarità e delle concessioni. La mia definizione fa riferimento ad una figura proveniente dal Settore delle Compagnie Aeree,quindi a contatto diretto con gli spigoli commerciali delle varie strutture produttive trasporto passeggeri, con la capacità di capire immediatamente come e dove produrre e ricercare il traffico, i collegamenti e il polso delle scelte utenza sul mercato delle richieste e delle offerte.
Una figura simile esisteva, in termini attivi e proficui, nell’Itavia, con la persona incaricata, che andava in giro per l’Europa alla ricerca di prenotazioni linee e offerte, con la stipula di contratti a lungo termine, con prezzi calmierati e con vasta possibilità di recupero al futuro, basando il tutto su di un filone turistico, poggiato su pacchetti comprensivi di trasporto via superficie e sistemazione alberghiera. Oggi potrebbe essere una situazione inattuabile, per la carenza dei sistemi di collegamento via superficie, per un entroterra in decadimento dove la precarietà è imperante tanto da non poter utilizzare totalmente la vasta rete alberghiera della zona. Ripeto, fino all’infinito, che la pista, tecnicamente, ha una eccezionale visibilità essendo su di un pianoro senza ostacoli, (ultimamente migliorata con il taglio degli alberi) estendibile sia verso Crotone che verso Isola, il suo fondo è in tufello, un materiale elastico naturale capace di sopportare forti trazioni in fase di atterraggio. Oggi, su quel bene pubblico è stata edificata una moderna aerostazione, spostata e ampliata la torre di controllo e il centro meteo, finita e riveduta la caserma dei Vigili del Fuoco, non si può accettare di assistere, ancora una volta, alla fine di una speranza, al tramonto di un desiderio di sociale e di futuro,al tentennamento dei propositi e delle menti, osservando le strutture andare in rovina e l’erba tornare a crescete come emblema dell’abbandono. Crotone, Isola Capo Rizzuto, tutto l’Hinterland provinciale, hanno, con il Sant’Anna, un debito d’onore per non aver mai veramente impresso l’accelerazioni giusta per fermare la caduta e rilanciare la struttura nel suo totale bagaglio di funzionalità. E’ arrivato il momento di pagare quel debito senza pietire interventi esterni, creando una vera forza attiva che impedisca un’altra altalenante fine dello scalo Crotoniate, per farlo bisogna avere il coraggio di mettere da parte invidie e dissidi, politica e colori della politica, il sociale e il progresso non possono dipendere da queste inezie inutili, altrimenti, bisognerà avere il coraggio di chinare la testa, gettare la spugna e dire addio alle ali del Sant’Anna, riconoscendo la proprio incapacità. Invece è importante tornare protagonisti, la storia ci guarda e il domani può ancora essere tutto per noi”.