“Siamo una famiglia di pendolari, sia per lavoro che per studio. Io, impiegato, e mia moglie, insegnante, prendiamo il treno tutti i giorni, rispettivamente per Crotone e per Rossano, ovviamente con abbonamento, mentre mia figlia, studentessa alle scuole superiori, utilizza tutti i giorni l’autobus della ditta Romano per recarsi a Crotone.” Inizia così lo sfogo di uno dei tanti padri di famiglia che, appunto per lavoro, è costretto ogni giorno ad affidarsi ai mezzi di trasporto pubblici per recarsi sul luogo di lavoro, così come fa il resto della sua famiglia, residente a Torretta. Il signor Vittorio oggi vuole essere la voce di centinaia di pendolari che con l’arrivo del nuovo anno si sono ritrovati sul collo l’ennesima “mazzata” al portafoglio: “Già dalla riapertura delle scuole, a settembre, la ditta Romano ha aumentato l’abbonamento mensile (sulla tratta Torretta-Crotone, n.d.r.) da € 67,00 a € 77,00, cioè del 14,92 %, e penso con il benestare della Regione Calabria o su imput della stessa. Un aggravio per una famiglia come la mia di circa € 90,00 annue.Come se non bastasse, dal 1° gennaio 2014, alle annunciate raffiche di aumenti, ovviamente né Trenitalia né la ditta Romano si sono sottratte alla mattanza, anzi, con l’occasione hanno dato il meglio di loro: Trenitalia ha portato l’abbonamento da € 54,00 ad € 69,80 (+ 29,26 %), Romano ha aggiunto ulteriori sette euro (+ 9,09 %) portando l’abbonamento mensile ad € 84,00. Per una famiglia come la mia, in sostanza, lavorare e studiare nel 2014 costerà 410 euro in più rispetto all’anno scorso.”
Aumenti ingiustificati, dice il nostro interlocutore, è soprattutto sproporzionati rispetto all’inflazione media del 1,2 % annua nel 2013, secondo le stime ISTAT (cioè la più bassa dell’ultimo decennio) e superiori persino agli aumenti dei pedaggi autostradali del centro-nord. “Sproporzionati poi per la qualità dei servizi, – prosegue – e mi riferisco soprattutto a Trenitalia, in quanto si viaggia su carrozze molto vecchie, che sembrano arrancare invece di correre, dove i ritardi sono quotidiani e coinvolgono tutti i treni. Noi pendolari siamo esasperati nel non poter contare sugli orari stabiliti, arriviamo tardi al lavoro al mattino, rientriamo senza orari a casa la sera, e non sono i comprensibili 5/10 minuti, ma parlo dai 20 ai 70 minuti.” Purtroppo, è cosa vista e molto spesso lamentata dai pendolari, le Ferrovie, la Regione Calabria, Ente di competenza, non hanno mai investito nella tratta ionica, la considerano un ramo secco: “Facendo un mero calcolo economico/politico, – conclude il signor Vittorio – esse dimenticano che i trasporti pubblici sono un servizio alla comunità, che un’azienda come Trenitalia e una regione come la Calabria, dovrebbero avere di noi maggiore considerazione, una considerazione normale dovuta ad un cittadino normale, non da serie B.”