Ha avuto davvero buon fiuto l’importante editore calabrese a volerla pubblicare, dato che l’opera, ora a disposizione dei lettori, trabocca di descrizioni meravigliose della Calabria ionica e, nella fattispecie, di Cirò che appare all’autrice come un bocciolo di fiore, collocato in un angolo di paradiso, a due passi dal mare azzurro, tra gli ulivi, sulla verdeggiante collina. Stiamo parlando della diciottesima pubblicazione della professoressa di Cirò Marina, Domenica Milena Arcuri Rossi “Il profumo degli ulivi”, edita da Rubbettino Editore, in Calabria Letteraria. Si racconta, con un’impronta autobiografica, una storia peculiare d’altri tempi, in questo libro, ove i sentimenti sono il fulcro e la memoria ne è il filo conduttore. V’è una descrizione minuziosa del paese, dei suoi vicoli che si incrociano e divergono come destini, delle sue tradizioni, della sua gente, di una famiglia che, pur nell’opulenza, ha conosciuto dolori e dispiaceri e che, nella semplice quotidianità, ha vissuto una storia straordinaria. Mirabile e straordinaria la capacità di suscitare nel lettore un sentimento di immedesimazione profonda e istintiva nelle storie e nei personaggi che si animano e prendono vita man mano che si procede nella lettura.
Ecco, allora, che la scrittura quasi scompare per far posto, dinanzi ai nostri occhi, a luoghi e colori, rumori e voci, profumi e scene di vita quotidiana. Il paesaggio descritto diventa, quasi, il paesaggio natio, la storia raccontata, la propria storia, o, forse, la storia di tutti, creando un senso di appartenenza ad un comune passato che si basa sul valore della memoria. Il profumo degli ulivi conclude un ciclo dedicato alle radici, iniziato con “Le margherite di Mirta”, romanzo vincitore del primo premio Franz Kafka Italia, storia di una famiglia e delle sue vicissitudini, storia di sentimenti e di un amore spezzato dalla crudeltà della guerra, durante il primo conflitto mondiale. “Il profumo degli ulivi”, invece, nasce dalla ricerca dell’autrice, delle sue radici più profonde, ricerca resa ancora più sentita dal fatto di essere cresciuta e di aver vissuto e di vivere altrove. Partendo dall’esigenza di rivedere la casa degli antenati che, per lungo tempo, non riesce a trovare, quasi volesse negarsi a lei, sì da far crescere nel suo animo la marea dei ricordi e delle emozioni, ma, ecco che, quando con l’aiuto cortese di un paesano, arriva, durante un estivo pomeriggio afoso, davanti alla scalinata dell’augusta dimora, ora abbandonata e solo memore di antichi splendori, lo tsunami di quelle emozioni, di quei ricordi e dei racconti, ascoltati da bambina, si sospingono l’un l’altro per emergere con forza e dare vita a questo libro.