Si è svolto, in un’atmosfera calda e accogliente, come sempre durante gli appuntamenti promossi dal Centro Culturale “A Casedda” dell’azienda vitivinicola Librandi, l’incontro con l’artista, musicista e scrittore, Cataldo Perri, “medico per mangiare, musicista per vivere”, come lo stesso si definisce nella sua presentazione. Soprattutto, un interessante appuntamento con la musica di Cataldo Perri e le sue storie, raccontate attraverso la lettura di stralci del suo ultimo libro “Ohi Dottò”, una frase che è “l’espressione che viene rivolta dai pazienti al loro medico di famiglia”. Un reading letterario è che è stata l’espressione vera, trasmessa oltre che dalle letture di brani, da una musica coinvolgente diffusa nella sala dalle percussioni della sua chitarra battente, prodotta dal famoso liutaio calabrese, Vincenzo De Bonis, accompagnato per l’occasione da Checco Pallone alle percussioni e chitarra, Piero Gallina lira e violino, Enzo Naccarato alla fisarmonica. Un libro che racconta quanto gli aneddoti, le domande, da più di trent’ anni vengono rivolti dai pazienti al loro medico di famiglia. Trent’anni di storie, di speranze, di paure, di confronto, di speranza disillusa, di dolorosi addii.
Per fortuna, come ha detto lo stesso Perri, “molte volte, è anche l’incipit di una confidenza leggera, di un pettegolezzo di colore, di situazioni eroico – comiche tipiche dell’antica cultura popolare calabrese”. A tutti questi vari aspetti della vita, Cataldo Perri e la sua band hanno dato vita e sostanza musicale. Una serata che ha regalato emozioni e fatto rivivere in ciascuno dei presenti ricordi, sensazioni, risate di pancia, voglia di lasciarsi trascinare emotivamente in un ballo immaginario, dove il centro sei “te stesso”. “È stata una magnifica serata in cui si è potuto toccare con mano l ‘empatia creatasi col pubblico attento, emozionato, partecipe” come ha dichiarato lo stesso Cataldo Perri, La Casedda è una parte fondamentale dell’identità della nostra cultura contadina, dalle cui pareti trasuda sudore, lavoro, impegno, dignità e nel caso dei Librandi anche cultura.” I suoni dei nostri strumenti arcaici come la Lira calabra e la mia chitarra battente,costruita dal liutaio Vincenzo De Bonis si sentivano magnificamente in armonia con il posto, emblema e scrigno delle nostre nobili radici popolari”, ha aggiunto ancora Perri. Come era facilmente immaginabile alla fine, a suggello di una indimenticabile serata, si è brindato con un “gioiello” della famiglia Librandi che ha contribuito in maniera decisiva ad aprire ulteriormente i “rubinetti dell’anima.”