Abbiamo tempo fa, raccontato dell’esperienza umana di Isidoro Bossio (leggi articolo), il quale, appena gli impegni di lavoro glielo permettono vola in Africa per aiutare “i suoi” piccoli fratelli di colore a vivere una vita più dignitosa. Ebbene, partito ad aprile scorso, ancora nel cuore dell’Africa, riceviamo questa sua lettera che ci sembra possa essere la cartina di tornasole della cruda realtà che ha vissuto e vive tutt’ora, lavorando, ma al tempo stesso arricchendosi di sensazioni ed esperienze che solo chi li vive, forse, può comprendere. Così scrive in una lettera rivolta ai figli.
“Io sto bene e i lavori per quanto il tempo sia breve, sono stati eseguiti nella missione di Katua e tutti sono contenti, specialmente i bambini, dopo che ho pitturato le loro aule. Rimangono sempre tante cose da fare naturalmente come in ogni posto che visito. La cosa più interessante per me e’ stata quella di aver avuto la possibilità di spostarmi ai confini con la Somalia dove ho incontrato tanta gente e dove ho constatato come l’Africa cambia da un posto all’altro, il che fa molto riflettere e diventa difficile da spiegare. Il paese si chiama Isiolo ed e’ verso Nanyuki dove si trovano molte foreste tropicali trovandosi sopra l’equatore (Tropico del cancro), mentre io opero nel tropico del capricorno. Poi dopo un breve periodo ho raggiunto i bambini veramente poveri a Kirithiri dopo Embo. Qui ho dormito con loro in un capanno senza luci con la candela e dalla finestra si intravedeva un cielo pieno zeppo di stelle più ricco del nostro. La mattina alle cinque i bambini che abbiamo preso in adozione erano già dietro la porta per aprire quei regali che i miei amici mi avevano incaricato di dare loro, prima di partire; nonché i soldi per la scuola e un po’ di sostentamento. Inoltre i bambini non hanno le scarpe e molti indumenti per potersi cambiare. La zona è molto povera, piove pochissimo e la terra e aridissima, come poi vi farò vedere quando ritornerò se Dio vorrà. Da qualche giorno nel posto dove mi trovo e’ iniziata la stagione delle piogge e piove di continuo la gente e’ felice perché pioggia è uguale a sopravvivenza. Sarebbero tantissime le cose e le sensazioni che ho riscontrato in questa parte del mondo ricca di infiniti contrasti ma avremo tanto tempo per parlarne ora vi abbraccio tutti vostro affettuoso papà Isidoro”. Non credo che quanto dallo stesso scritto, abbia bisogno di commenti se non, chiudere gli occhi e per qualche attimo vedere la vera povertà e la dignità e allegria di chi li vive.
Caro Isidoro, la tua missione in terra d’Africa è uno schiaffo a tanta ingordigia di coloro che hanno avuto tutto dalla vita ma che non si accontentano mai e restano nel buio profondo dell’ indifferenza e dell’ingratitudine. Possa il Signore illuminare il tuo cammino, accompagnandoti anche con le nostre umili preghiere.