C’è tutto Donato Mingrone, la sua storia personale fatta anche di impegno politico, oltre che artistico, il suo paese d’origine, la sua famiglia, insomma un “Piacere Donato”, questo il titolo del suo primo cd disponibile da poche settimane in alcuni punti vendita e su iTunes, che potremmo benissimo intendere in un “piacere dato..” (quello dei contenuti) o in un “piacere, Donato” (quello di una prima autopresentazione ufficiale).
Il cantautore (c’è chi lo definisce cantastorie) torrettano stavolta fa sul serio, nel senso che dopo l’ironica (ma non troppo) Super Mario pensaci tu, creata e realizzata su misura attorno alla figura popolarissima del barista locale Mario Forciniti, oggi si presenta al completo, cioè con un disco tutto suo, con testi tutti suoi e le musiche composte assieme a quell’alter-ego che si chiama Roberto Cannizzaro e che è diventato negli anni un perfetto compagno di avventura per Mingrone.
Un progetto discografico costruito e realizzato grazie alla stretta collaborazione con la Roka Produzioni di Tarsia (CS), e per il quale hanno lavorato alacremente, oltre al protagonista, lo stesso Cannizzaro, autore degli arrangiamenti, e un altro valido musicista quale Francesco Falcone.
Per un totale di dieci brani, a cominciare proprio dal divertente adattamento del supereroe della Nintendo, al quale l’autore chiede il “miracolo” di un sistemone vincente al Superenalotto per risolvere i problemi della comunità, passando per l’utopistica Ti cerco e non ti trovo, quando l’utopia è quella di cercare un lavoro mentre la solita graduatoria concorsuale sale-scende-sale…, o quella Vu cumprà dedicata alla comunità di senegalesi presente da diversi anni a Torretta e sulla quale Mingrone cerca di vincere i tanti, troppi pregiudizi in essere.
Non manca l’inno gioioso all’amore, alla bellezza, alla donna tanto attesa, con la più commerciale del disco, Ballata par te, che nel suo ritmo tanto ricorda lo stile delle tante cantate dei Nomadi targati Augusto Daolio, mentre Destra Sinistra, con un facile richiamo alla quasi omonima di Giorgio Gaber, è la più classica tiratina d’orecchi ad un paese (è chiaro il riferimento al nostro) in cui la politica spacca famiglie, amicizie, ceti sociali.
Si sofferma anche sulla tragica situazione della SS 106, Mingrone, con Ma chi ti dice, già presentata alcuni mesi fa nell’ambito di una manifestazione a tema, nel senso che “ma chi ti dice che basta un poco di catrame e tutto torna normale”, quando si tratta di una strada costruita in epoca romana e seppur denominata E90 di Europa non ha niente.
Nel sapore folk di Guerra popolare un’altra tirata d’orecchi, stavolta per musicisti e band che, specie in Calabria, a detta dell’autore, pensano di proporre musica popolare senza conoscerne le basi, gli strumenti e il significato, ma pensando soprattutto al marketing ed al ritorno d’immagine (propria).
Infine, Reggae della Mamma, a metà strada tra interpretazione cabarettistica e canzone: un immaginario dialogo tra un figlio e la madre (suo il falsetto che ne imita la voce), basato sulla diatriba tra desiderio materno di vedere il figlio sposato e sistemato e desiderio del figlio di fare vita da artista. In sostanza, la canzone richiama l’essere giovani di oggi, tra precariato a tempo indeterminato e sogni (illusori) nel cassetto.
Il disco si chiude con un omaggio a Toto Cutugno, con un rifacimento folk-reggae molto bello e dalle sonorità altamente interessanti.
Bello e ben curato il cofanetto che contiene il cd: dalla poesia introduttiva di Maria Grasso, che descrive Mingrone in tutto il suo essere deciso ed ostinato, al libretto con tutti i testi e le immagini stilizzate di Alphadev.
Ma adesso tocca al pubblico, che sabato 23 potrà assistere alla presentazione ufficiale in una serata appositamente organizzata dall’autore, nella centralissima Piazza Matteotti a Torretta (inizio alle ore 22,00) e dopodiché la scommessa di Donato speriamo sia… un piacere.