di Franco Carluccio. In Calabria ed in particolare nel cirotano la maturazione delle uve nel 2014 è risultata disomogenea rispetto all’anno scorsa e si sono riscontrati in media almeno quindici giorni di ritardo nella vendemmia. L’andamento meteo ha portato, infatti, ripercussioni negative con perdita di fiori e frutticini. La regione è risultata sotto attacco di oidio e peronospora che hanno compromesso alcune produzioni. Per quel che riguarda l’andamento climatico le aree collinari, nonostante l’annata piovosa, subiscono sempre lo stress idrico dovuto all’eccessivo caldo umido; solo delle micro zone hanno subito grandinate ma con un danno minimo. La quantità di prodotto previsto risulta, così, in calo in particolare con zone vitate in buono stato e vigneti compromessi e senza raccolto. La valutazione sulla resa in Calabria è di circa il 23% in meno di uve rispetto al 2013.
L’ITALIA PERDE IL PRIMATO MONDIALE – Secondo quanto afferma la Coldiretti, sulla base delle stime dell’Ismea “La vendemmia 2014 rischia di classificarsi come la più scarsa dal 1950, con una produzione di vino che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri. E’ ormai certo che l’Italia perderà quest’anno il primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia dove le stime per il 2014 danno una produzione di 47 milioni di ettolitri”.
SITUAZIONE REGIONALE – A livello regionale si evidenzia una riduzione consistente in tutto il Nord, compresa tra il -8% del Piemonte e il -17% del Veneto. La situazione appare ancor più problematica al Sud, con Sicilia (-27%) e Puglia (-25%) che riducono drasticamente gli abbondanti volumi dello scorso anno. E’ il Centro, invece, a rappresentare l’isola felice sul fronte quantitativo: Toscana (+3%), Umbria (+10%) e Marche (+7%) sono le uniche regioni con segno positivo.
Tuttavia al netto di sconvolgimenti, la produzione made in Italy sarà destinata “per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola”. Certo è, e questo è sotto gli occhi tutti, che la vendemmia 2014 non è stata facile. Il meteo non favorevole in tutta la Penisola ha creato terreno fertile per gli attacchi di patogeni, peronospora e botrite soprattutto, e questo ha indotto le aziende ad aumentare il numero di trattamenti in campo, con un notevole innalzamento dei costi di produzione a loro carico. In una situazione così critica la maggior parte dei viticoltori ha mostrato preparazione e tempestività negli interventi, anche se non sempre con i successi sperati. Se c’è unanimità nel definire la produzione scarsa a livello quantitativo e con un minor grado zuccherino, sulla qualità il giudizio resta sospeso in attesa di verificare il vino in cantina.