Gli agenti del Corpo forestale dello Stato in perlustrazione nelle campagne di Isola Capo Rizzuto nella località Suvereto ha notato alcune fumate nere, segno tangibile della combustione di rifiuti. Effettivamente sul posto gli agenti hanno individuato N.C., un agricoltore del luogo di 57 anni che aveva pensato di distruggere con il fuoco contenitori in polistirolo per piantine. Dopo gli accertamenti rituali il responsabile è stato segnalato all’Autorità giudiziaria per combustione illecita di rifiuti speciali non pericolosi.
Nella stessa serata è stato individuato e denunciato per lo stesso reato N.N., un uomo 41 anni, residente in Lombardia, ma domiciliato a Isola Capo Rizzuto. Il reato di combustione illecita di rifiuti speciali è stato introdotto proprio per arginare un fenomeno molto diffuso nel territorio. La condotta è sanzionata severamente dal cosiddetto testo unico ambientale. Oltre al rischio di provocare incendi nel territorio la combustione di rifiuti può avere gravi riflessi per la salute umana. La combustione dei materiali plastici, infatti, produce il rilascio nell’ambiente di diossine, una classe di composti chimici molto tossici per gli animali e l’uomo. Esse sono ritenute uno dei più potenti veleni conosciuti e sono cancerogeni. Sono poco volatili e scarsamente o nulla solubili in acqua. Sono, tuttavia, solubili nei grassi dove tendono ad accumularsi. Per la loro tendenza ad accumularsi nei tessuti viventi, anche un’esposizione prolungata a livelli minimi può arrecare danni. La contaminazione dell’ambiente per mezzo delle diossine deve, pertanto, essere evitata con ogni cura.