“No alle trivellazioni che minacciano la qualità delle nostre acque marine, lo Ionio non serve solo a questo!” lo ribadisce in una nota il sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani. “Mi impegno personalmente ad intraprendere ogni utile iniziativa nei confronti del Governo nazionale per le modifiche degli art. 36, 37 e 38 del decreto legge “Sblocca Italia” al fine di promuovere nuove proposte di legge per vietare la ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare. Da tempo questo Comune appoggia il Comitato no TRIV in questa battaglia che non è ancora conclusa e che continueremo a portare avanti, in ogni sede e con tutte le forme che la democrazia mette a disposizione”.
“Il nostro obiettivo – continua Siciliani – è quello di salvaguardare il nostro mare, le attività produttive che sono in corso sullo Ionio e non solo di tutelare il lavoro di molte famiglie che vivono della pesca, ma di tutto l’indotto del turismo balneare che Cirò Marina è riuscita a realizzare fino ad adesso. Abbiamo scelto, come sempre, di difendere l’ambiente, la natura, la bellezza di Cirò Marina che vuole e pretende pensare al futuro con uno sviluppo diverso, alternativo a quello dell’inquinamento e, soprattutto, di bloccare, definitivamente, lo sfruttamento di questo territorio. Il nostro è un paese “martoriato” da un dissesto idrogeologico in evoluzione con conseguenze ancora non definibili ma sicuramente preoccupanti; non basterebbero tutti i proventi delle royalties a risarcire i danni che provocherebbero le attività di trivellazione sulle nostre coste, ai pescatori, alle attività turistiche e balneari. Pertanto, è no la nostra risposta al Ministero ed a qualsiasi richiesta di società multinazionale che possano essere interessate al nostro mare per tali finalità”.
Lodi al sindaco.Adesso ci aspettiamo che intraprenda i giusti passi per scongiurare questa ennesima violenza al già precario ecosistema marino.
E quindi di fronte ad un remotissimo rischio di inquinamento o di fronte ad assolutamente non comprovate prove di dissesto idrogeologico noi ci teniamo la fogna che ammorba il nostro mare soprattutto d’estate, la già citata spazzatura, il fatto che la nostra sanità è stata smantellata, che non abbiamo più treni, e fra poco neanche gli autobus, per poterci muovere a basso costo, che siamo spaventosamente vessati da tasse e tassucole comunali.
Gli antichi romani davano al popolino “panem et circense” però lo stesso pativa la fame ma era felice ed entusiasta di vedere gente che si ammazzava davvero. A noi bastano queste quattro chiacchiere sulle antenne dei cellulari, sulle trivellazioni e sulla coltura delle fave in paese e siamo tutti contenti.
Poi che in paese praticamente nulla funziona come dovrebbe: silenzio!
Meditate gente, meditate!
Le trivellazioni fatte con tutte le regole non portano più danni che non l’abbandono incondizionato di rifiuti e spazzatura sul territorio (andate ad ammirare lo sconcio nella zona sud di punta alice) o le tonnellate di plastica abbandonate nel letto del lipuda che il fiume ad ogni piena riversa mare e sulle spiagge. Con un adeguato controllo e con le royalies acquisite si potrebbe valorizzare tutto il territorio di questo martoriato paese
Non possiamo che approvare incondizionatamente le parole del nostro sindaco, apprezzandone l’orientamento ambientalistico, che mira alla salvaguardia delle coste e del nostro stupendo mare. Mi augurerei però, che si facesse lo stesso discorso per quel mostro d’acciaio che è l’ex Sindyal, già all’epoca mostruosamente deturpante e privo di ogni logica. Si immagini cosa sarebbe la zona senza quel lungo, inguardabile tubo d’acciaio.
Non credo che pochi posti di lavoro(ammesso che durino) possano giustificare quello scempio. Se vogliamo essere bandiera blu per sempre e continuare ad ospitare sempre più turismo qualificato, consiglierei di cominciare dallo smantellamento di quella bruttura.